(da New York) Oltre mille leader religiosi hanno firmato una dichiarazione congiunta per chiedere al presidente Donald Trump e al procuratore generale William Barr di fermare le condanne a morte di alcuni uomini previste per luglio e agosto presso il complesso correttivo federale di Terre Haute, in Indiana.
“Mentre il nostro Paese si confronta con la pandemia, con una crisi economica grave e razzismo sistemico nel sistema giudiziario penale, dovremmo concentrarci sulla protezione e la conservazione della vita e non sulle esecuzioni”, scrivono i leader appartenenti alla Chiesa cattolica, a quella metodista ed episcopaliana ed altri gruppi religiosi.
Barr ha annunciato lo scorso anno che il governo federale avrebbe ripristinato la pena di morte, per la prima volta dal 2003, e il 15 giugno ha annunciato la data di ben cinque esecuzioni. La prima sarà il prossimo 13 luglio. Il card. Joseph Tobin di Newark si è unito ai diversi vescovi statunitensi nel domandare al presidente Donald Trump di commutare la condanna a morte in carcere a vita. Esercitare la clemenza, ha scritto il cardinale al presidente, può aiutare ad “arginare l’ondata di rabbia e vendetta” che attraversa il Paese. Il card. Tobin conosce personalmente uno dei detenuti condannati a morte e lo ha accompagnato nel cammino di conversione quando era arcivescovo di Indianapolis. “La sua esecuzione non farà nulla per ripristinare la giustizia o curare coloro che sono ancora gravati da questi crimini”, continua il cardinale di Newark, precisando che “la sua esecuzione ridurrà invece il governo degli Stati Uniti al livello di un assassino e servirà a perpetuare un clima di violenza che brutalizza la nostra società in così tanti modi”.