“Non possiamo restare indifferenti di fronte a progettualità economiche e sociali che ci portano all’accettazione e alla giustificazione della disuguaglianza e dell’indegnità. È nostro compito, di ciascuno e di tutti, affermare l’opzione preferenziale degli ultimi, anche nelle scelte di ogni giorno, affinché lo sviluppo sia reale e sostenibile per tutti e attuato attraverso la cooperazione e il lavoro di tutti nel rispetto e nella valorizzazione delle potenzialità di ogni soggetto, comunità, territorio, istituzione”. Lo scrive il vescovo di Padova Claudio Cipolla, in una lettera alla diocesi in occasione della festa di san Benedetto, padre del monachesimo occidentale e patrono d’Europa, che ricorre domani 11 luglio. Secondo una tradizione inaugurata l’anno scorso, anche quest’anno il presule propone una riflessione orientata dall’insegnamento di san Benedetto.
Nella lettera, firmata dal vescovo in comunione con gli abati delle abbazie benedettine di Santa Giustina (Giulio Pagnoni, osb) e Praglia (Stefano Visintin, osb), Cipolla sottolinea l’importanza di orientare le scelte secondo “il coraggio della verità evangelica”. Ripercorrendo i difficili mesi della pandemia: lutti, sofferenze, isolamento, perdite di lavoro, il vescovo osserva: “L’emergenza sanitaria ha segnato e continua a segnare ciascuno, le nostre comunità, i nostri Paesi, la nostra Europa, il nostro mondo”. Tra incertezza e disuguaglianze economiche e sociali, la riflessione mette in guardia “dall’idea che salvarsi è possibile da soli o in pochi”; una “distorsione” che “semina ingiustizie”.
Di qui il no a destinare “somme senza precedenti alle spese militari” come stanno facendo alcuni governi, e l’invito a coltivare la pace nel dialogo e nella giustizia. Tra le ferite sociali da sanare il vescovo elenca il lavoro precario e irregolare, la mancanza di margini di risparmio per reggere senza entrate, le forti disuguaglianze territoriali, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Solo con la “collaborazione” l’Europa “potrà progredire” e noi “cristiani per primi abbiamo il compito di lavorare alla rimozione delle disuguaglianze e insieme alla diffusione di una mentalità fraterna.
“Come Chiesa di Padova – conclude – desideriamo rafforzare il nostro impegno al riscatto sociale, mettendoci a fianco dei poveri perché divengano attori sociali; presidiamo le marginalità affinché esprimano le risorse di resilienza; sosteniamo l’attivismo civico quale co-attore del welfare sociale”.