Diocesi: mons. Mansi, lettera aperta in vista delle elezioni comunali. “Sogniamo cittadini che abbiano a cuore la propria crescita e quella della comunità”

“Se ci è lecito sognare questa città, è giusto dirci anche che sogniamo cittadini, mai stanchi della politica, che prima di tutto abbiano a cuore la propria città come se fosse la loro stessa persona e per questo se ne prendono cura in maniera responsabile e attenta; che sappiano passare dal ‘chi se ne importa’ al ‘mi interessa, mi sta a cuore'”. È l’auspicio espresso dal vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, insieme con don Michele Pace, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale, nella lettera aperta “La città che vogliamo!”, rivolta a cittadini e candidati in vista delle elezioni comunali. “Cittadini, quindi, che – prosegue la lettera aperta – anche in vista delle prossime elezioni, al posto di dire: ‘non serve a nulla votare’ o ‘tanto sono tutti uguali’, abbiano ancora la convinzione che il voto è insieme un diritto e un dovere del cittadino, un prezioso esercizio di cittadinanza responsabile”. Inoltre, “auspichiamo che ciascuno si dia da fare, con tutti i mezzi, per conoscere i candidati per ciò che sono realmente e non per ciò che travestono durante la campagna elettorale”.
Ancora: “Sogniamo cittadini che in vista delle elezioni sappiano discernere su questioni precise, non accontentandosi delle solite risposte preconfezionate da parte dei loro rappresentanti, magari frutto di promesse aleatorie. Le sole intenzioni non sono sufficienti per chiedere voti: servono programmi precisi, con priorità dettate dal buon senso che non escludano nessuno; ai programmi devono seguire poi progettazioni precise, con scadenze fattibili e rendicontabili, al fine di raggiungere risultati tangibili. Il tutto per la crescita della città e di chi la abita”.
Di qui il sogno di “cittadini che ripudino e denuncino la politica retta da favori personali, quella che ‘se mi porti 50 voti io ti prometto che ti faccio ottenere quel permesso che tanto aspetti’ o che ‘se ti candidi nella mia lista, ti prometto che ti affido quell’incarico e magari ti sistemo pure tuo figlio'”. Tale politica, evidenzia la lettera, “è immorale e costituisce il principio della corruzione”. Per questo, “sogniamo cittadini incorruttibili, che sappiano distinguere il bene comune dall’interesse particolare, che siano consapevoli che il favore personale ottenuto è la causa della decadenza collettiva. Cittadini che abbiano a cuore, quindi, la propria crescita ma anche quella di tutta la comunità”.
Dunque, “sogniamo cittadini che alle lamentele preferiscano mettersi in discussione, passando dall’atteggiamento sterile del ‘puntare il dito contro’ a quello più fecondo del chiedersi ‘cosa posso fare io?’. Certamente allora, i cittadini che sogniamo si informano, indagano sui candidati sindaci e consiglieri, studiano i loro programmi politici, pretendono proposte giuste, concrete e ben ponderate e giungono in cabina elettorale con piena scienza e coscienza per esercitare il loro dovere civico di voto personale ed eguale, libero e segreto. Senza interesse di parte”.

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