“Venticinque anni dopo, è nostro dovere ricordare. Dobbiamo affrontare il passato con onestà e guardare al futuro con determinazione per sostenere le generazioni future, non da ultimo i giovani di tutti i Balcani occidentali, nella costruzione di un futuro comune migliore”. In una dichiarazione congiunta alla vigilia della commemorazione del genocidio di Srebrenica, l’11 luglio, le tre più alte cariche dell’Ue, Charles Michel, Ursula von der Leyen e Josep Borrell, si sono pronunciati su questo “capitolo dei più oscuri della storia Europea moderna”. Se molta strada è stata fatta in Bosnia-Erzegovina nel ristabilire la fiducia tra le comunità del Paese, “affinché la pace e la riconciliazione continuino, la strada da percorrere deve includere il riconoscimento della sofferenza, il rispetto reciproco e la dignità” sottolineano i leader. La dichiarazione parla di “riconciliazione quotidiana”, nella politica, nelle scuole, nei municipi, nella vita di tutti i giorni. Ma invita anche “i leader di tutto il mondo a garantire che i messaggi pubblici, le statue, i monumenti e i nomi di luoghi pubblici, strade e piazze, sostengano la ricerca della riconciliazione”. Da parte sua l’Ue continua a sostenere la Bosnia-Erzegovina e i Balcani occidentali “nel loro insieme, per promuovere la riconciliazione e superare l’eredità del passato, poiché il loro futuro nell’Ue è più vicino che mai”.