“Come Chiesa di Napoli, si è deciso di celebrare una Santa Messa per ringraziare Dio e tutta la comunità cittadina e regionale”, che si è spesa durante l’emergenza da Covid-19. Lo ha detto, stasera, il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, durante l’omelia della Messa a piazza Plebiscito. “Con questo spirito abbiamo voluto che questa celebrazione liturgica diventasse un grande evento di comunione e di città, a prescindere dal credo religioso, perché espressione di un corale bisogno di fermarci a riflettere sul drammatico vissuto di questi ultimi mesi, per andare oltre la dimensione umana, assolutamente limitata ed effimera, e rivolgere al Soprannaturale il nostro pensiero di sollievo e riconoscenza”.
Una omelia che è stato un susseguirsi di “grazie”, innanzitutto “a Dio Padre che, pur in presenza di sofferenze e decessi da Covid-19, non ha mancato di manifestare il suo infinito amore misericordioso a noi di Napoli e della Campania”, ma anche a medici, infermieri, volontari, cappellani ospedalieri, sacerdoti, personale e dirigenti della Croce Rossa e della Protezione Civile, responsabili delle Istituzioni pubbliche, madri e padri di famiglia, anziani, disoccupati, lavoratori, imprenditori, commercianti, artigiani, albergatori, ristoratori, docenti, studenti, dirigenti scolastici.
“Abbiamo vissuto insieme giornate di tremenda paura, di dolore e di lutto, di grave incertezza per il futuro – ha sottolineato il porporato -. All’improvviso ci siamo trovati soli e indifesi, senza la possibilità di relazionarci, di stringerci la mano, di scambiarci gesti di tenerezza e di affetto. Abbiamo visto cambiate improvvisamente le nostre abitudini. Tanti hanno perduto il lavoro, già precario”.
Con “negozi chiusi” e “strade deserte”, “ci siamo ritrovati in un altro mondo. Abbiamo scoperto il valore della comunicazione telematica che ci è servita molto per farci stare vicini ma da remoto e per i necessari scambi culturali, commerciali e societari”.