L’epidemia sta rallentando ma “non si è esaurita; il Sars-CoV-2 continua a circolare, in alcune aree in modo rilevante, in particolare in Lombardia, ma permane anche nel resto d’Italia, pur con differenze tra regioni. Non ne siamo ancora usciti e per evitare una seconda ondata dobbiamo rimanere vigili”. È perentorio Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale all’Università Cattolica, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e rappresentante italiano all’Executive Board dell’Oms. In un’intervista al Sir sottolinea l’importanza della “strategia delle tre T” – “Testare, tracciare, trattare” – e afferma: “Siamo migliorati ma dobbiamo progredire ancora soprattutto su testing e tracciamento”. Il testing “dipende dalla quantità dei tamponi e della loro distribuzione sul territorio nazionale, attualmente a macchia di leopardo”. L’efficacia del tracciamento tecnologico dei contatti – tramite la App Immuni – “dipende dalla capacità delle regioni di attivarlo. In questo momento il contact tracing è soprattutto manuale perché la sperimentazione della App è partita ieri in Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria per essere operativa a pieno regime su scala nazionale dal 15 giugno”. Per quanto riguarda il trattamento, “le cose vanno meglio. Grazie alla capacità di intervento rapido e all’esperienza acquisita dai clinici non si vedono più, o sono molto rari, i quadri estremamente gravi che vedevamo un tempo”. Il tempo medio per un vaccino rimane 12-18 mesi ma, avverte lo scienziato, c’è un’accelerazione. “C’è un ‘candidato’ più avanti degli altri, che vede l’Italia in prima fila con la Gran Bretagna”. È “il vaccino messo a punto dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford in partnership con l’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia. La sperimentazione clinica di fase 1 sull’uomo, condotta su 510 volontari, si è conclusa positivamente. Se anche gli esiti della seconda fase di sperimentazione saranno positivi, potremmo sperare di avere un vaccino in dosi importanti a fine anno, inizio 2021”.