“In questi giorni, da alcuni titoli dei giornali sembrava che il Vaticano fosse sbarcato su una sorta di Netflix cattolico, non è proprio così. L’aspetto più importante è che l’idea si sia coltivata in un contesto di rapporti e che VatiVision sia stato un incubatore di idee. Sono certo che saranno disponibili alcune piccole perle presenti anche nei festival che non trovano distribuzione”. Così mons. Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, presentando stamani VatiVision, il nuovo servizio streaming on demand di contenuti di carattere culturale, artistico e religioso ispirati al messaggio cristiano. Anche Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ha sottolineato che si tratta di “un’idea buona che nasce da una relazione buona tra le persone”. “Questo è un servizio – ha osservato –. Non c’è niente di più bello che portare a casa di chi ha bisogno di qualcosa proprio quella cosa che non è in grado di avere”. Riflettendo sul fatto che “l’offerta di contenuti audiovisivi c’è ma a volte manca la capacità editoriale di intercettare domande di bellezza e di senso”, il prefetto ha ribadito che “oggi c’è qualcuno che può cercare contenuti di valore”. “Questa piattaforma poi può creare condivisione di questi contenuti”. Infine, il “compito principale di VatiVision”, cioè “condividere il bello”. “Come dicastero condivideremo i prodotti realizzati. Siamo contenti che altri contenuti vengano trovati da VatiVision e siano messi a disposizione dei cattolici. Penso che produzioni audiovisive di cattolici possano essere messe a disposizione e interessare anche a chi cattolico non è”.