Scuole paritarie: mons. Moraglia (Venezia), “senza finanziamenti necessari molte non riapriranno”. In ripartenza “solidarietà e impegno per bene comune”

“La ripartenza in tutti gli ambiti potrà avvenire solo se sapremo camminare insieme, a livello di comunità internazionale e nazionale, se valorizzeremo la connessione e il bilanciamento fra diritti e doveri, da esercitare in nome della solidarietà e del bene comune, nella responsabilità per il proprio e l’altrui sviluppo integrale”. Con questo monito il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha concluso sabato la sua omelia della messa prefestiva della solennità della Santissima Trinità e in occasione della Tredicina di Sant’Antonio, presieduta nella basilica del Santo a Padova. La pandemia, ha osservato, “ha rivoluzionato la vita d’interi continenti ” e “il tessuto sociale ed economico, il mondo del lavoro, in particolare dell’impresa, sono stati e saranno sottoposti a dura prova; è essenziale che i singoli e le istituzioni – l’Europa, i governi nazionali, gli amministratori locali, i corpi intermedi, gli istituti di credito (realtà fondamentale e così delicata e provata nella nostra regione) – facciano, fino in fondo, la loro parte perché la declamata ‘ripartenza’ sia possibile per tutti e non escluda nessuno: famiglie, anziani, giovani, diversamente abili, scuola ed educazione”. Il patriarca si è soffermato in particolare sull’emergenza delle scuole paritarie (soprattutto dell’infanzia), che in Veneto coinvolge 100mila alunni e più di 9mila addetti. Un alunno di queste scuole, ha fatto notare, “costa allo Stato circa 1/9 di quanto costa un alunno della scuola pubblica statale”. Dinanzi alla situazione post-Covid 19, l’allarme di Moraglia, “senza un finanziamento necessario per porre in essere i presidi sanitari richiesti per tutelare insegnanti e alunni, le scuole paritarie, a settembre, non riusciranno a riaprire; così un grande patrimonio di professionalità, di passione educativa, di dedizione sociale, a favore del nostro territorio (famiglie e bambini), verrà meno” poiché queste scuole “sono state sempre al fianco anche delle famiglie e dei bambini in difficoltà”.

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