“L’epidemia del coronavirus ha ricordato alla Chiesa il suo dovere fondamentale che consiste nell’annunciare la fede, la quale è la sola a poter aiutare il mondo a misurarsi con la realtà della morte”: lo ha affermato oggi il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanisław Gądecki, ribadendo che “la Chiesa non può temere di andare controcorrente”. Il presule afferma che “l’uomo moderno uscirà dalla pandemia con delle ferite profonde” e quindi “avrà bisogno dei sacerdoti capaci di insegnare preghiera e speranza”. Mons. Gądecki ha anche ricordato che durante il lockdown sul continente europeo solo le Chiese polacca, greca e quella della Repubblica Ceca “hanno saputo assicurare almeno ad alcuni fedeli la possibilità di una reale partecipazione quotidiana alla liturgia”, ribadendo altresì l’importanza della preghiera del rosario recitata ogni sera da sacerdoti, alla quale si sono uniti, pur rimanendo nelle proprie abitazioni, numerosi fedeli. “Probabilmente non era mai successo che tante persone, anche lontane dalla Chiesa, avessero scoperto quanto importante e ristoratore possa essere l’incontro quotidiano con il Vangelo”, ha osservato il presule che ha anche elencato le numerose iniziative sorte ad hoc durante la pandemia e volte a “una migliore cooperazione tra sacerdoti diocesani, religiosi e laici”.