Gratitudine al primo ministro britannico Boris Johnson e al suo governo “per avere deciso che le nostre chiese possano riaprire ai fedeli per le preghiere individuali”. È il card. Vincent Nichols, primate cattolico di Inghilterra e Galles, ad esprimere soddisfazione per la riapertura dei luoghi di culto a partire dal 15 giugno. Secondo il calendario del governo le porte delle chiese, che sono rimaste chiuse dal 23 marzo, avrebbero riaperto il 4 luglio. Un ritardo non ritenuto giustificato, considerato che ad aprire i battenti saranno i negozi a metà giugno, contro il quale lo stesso cardinale aveva protestato domenica scorsa nell’omelia per Pentecoste. “Siamo pronti a seguire le linee guida”, aveva detto il cardinale, ma “che rischio può rappresentare una persona che si siede da sola a pregare, osservando la distanza sociale, in una chiesa igienizzata?”. Anche il vescovo anglicano di Londra Sarah Mullally, che oggi dà il benvenuto alla riapertura delle chiese, aveva parlato, domenica scorsa, della “delusione e del dolore dei fedeli che rimanevano esclusi”. “È importante che si osservino con attenzione le regole previste per questa limitata apertura”, dice ancora il primate cattolico nel suo comunicato: “Non ogni chiesa riaprirà perché dipende dalla situazione locale, ma dove i fedeli potranno rientrare sarà una grande benedizione per la società tutta”.