“Per la nostra fede, riteniamo che ci siano eventi particolari chiamati segni dei tempi: la pandemia è uno di questi”. Lo scrivono, in un messaggio al Paese, i vescovi della Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg). Il contagio, nel Paese, ha conosciuto negli ultimi tempi una notevole accelerazione e si contano al momento 6.154 casi ufficiali, con 158 vittime.
Nel messaggio si evidenziano due effetti opposti rispetto a quanto sta accadendo: “La pandemia è arrivata a dimostrare la capacità di tutti di essere solidali con gli altri e ha fatto emergere il meglio nel cuore di tutti. La dedizione e il servizio di così tanti professionisti della salute e altre persone sono evidenti. Abbiamo riflettuto e ci concentriamo su Dio in un modo nuovo. È stata promossa la capacità di progettare un futuro diverso, è tempo di speranza, la fase del post-pandemia ci chiede di creare, costruire, sognare insieme una nuova società, un rapporto rinnovato e nuovo con la madre terra e con il prossimo”.
Tuttavia, l’arrivo del Covid-19 “ha anche messo in evidenza in modo drammatico l’ingiustizia della nostra società: l’enorme disuguaglianza sociale in questo Paese, con un tasso di povertà che potrebbe aumentare di oltre il 60%, l’inefficienza del sistema sanitario, l’inefficacia dei politici corrotti. Ha anche sollevato paura, accaparramento, stigmatizzazione sociale e altri mali, come lo scoppio di violenze a causa di contese sul possesso della terra, che speriamo possano essere risolte attraverso le vie del dialogo”.
Questa pandemia, per i vescovi guatemaltechi, è l’occasione per riconoscere in Dio “il fondamento della nostra esistenza e il garante dell’ordine morale, inscritto nell’ordine naturale delle cose”.
Il messaggio si conclude con un appello: “Chiediamo urgentemente alle autorità di fare tutto il possibile per accelerare l’esecuzione dei programmi volti ad alleviare la malattia e la carestia, in particolare negli 82 comuni del cosiddetto ‘corredor seco’ (‘corridoio asciutto’, colpito dalla siccità, ndr), in quanto si riscontra ancora una bassa esecuzione dei programmi legati ai fondi destinati ai più vulnerabili. Soprattutto, chiediamo di lavorare a lungo termine per superare le radici dell’ingiustizia in Guatemala. L’emergenza non dovrebbe indurci a trascurare l’attenzione all’onestà e alla trasparenza del processo di elezione dei magistrati, cruciale per il futuro dell’amministrazione della giustizia nel Paese”.