Giornata Custodia del Creato: Cei, “la pandemia è anche il segnale di un ‘mondo malato’”

“Cominciamo col guardare al nostro rapporto con l’ambiente; ‘tutto è connesso’ e la pandemia è anche il segnale di un ‘mondo malato’, come segnalava Papa Francesco nella preghiera dello scorso 27 marzo”. Lo scrivono la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e la Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei nel messaggio per la 15ª Giornata nazionale per la Custodia del Creato, che ricorre il 1° settembre, dal titolo “Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà (Tt 2,12). Per nuovi stili di vita”. “La scienza, provata nella sua pretesa di controllare tutto, sta ancora esplorando i meccanismi specifici che hanno portato all’emergere della pandemia – aggiungono i vescovi –. Essa appare, oltre che per ragioni sanitarie non ancora spiegate, anche come la conseguenza di un rapporto insostenibile con la Terra”.
L’attenzione delle due commissioni episcopali è per “l’inquinamento diffuso, le perturbazioni di tanti ecosistemi e gli inediti rapporti tra specie”, che “possono aver favorito il sorgere della pandemia o ne hanno acutizzato le conseguenze”. “Questa emergenza ci rimanda, insomma, anche all’altra grande crisi: quella ambientale, che pure va affrontata con lungimiranza”.
Riferendosi alla “profondità” e all’“ampiezza” degli effetti che il mutamento climatico sta avendo sul pianeta, i vescovi osservano che “se ‘nulla resterà come prima’, anche in quest’ambito dobbiamo essere pronti a cambiamenti in profondità, per essere fedeli alla nostra vocazione di ‘custodi del creato’”. “Purtroppo, invece, troppo spesso abbiamo pensato di essere padroni e abbiamo rovinato, distrutto, inquinato, quell’armonia di viventi in cui siamo inseriti”. Parole che richiamano l’“eccesso antropologico” di cui parla Francesco nella Laudato si’. Per rimediare, i presuli chiedono di “assumere uno sguardo contemplativo, che crea una coscienza attenta, e non superficiale, della complessità in cui siamo e ci rende capaci di penetrare la realtà nella sua profondità”. “Da esso nasce una nuova consapevolezza di noi stessi, del mondo e della vita sociale e, di conseguenza, si impone la necessità di stili di vita rinnovati, sia quanto alle relazioni tra noi, che nel nostro rapporto con l’ambiente”. Infine, l’invito rileggere la Laudato si’ nelle nostre diocesi, nelle parrocchie, in tutte le associazioni e movimenti “in maniera metodica e capillare, con l’aiuto di varie competenze”.

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