Sul fronte diritti umani il 2019 è stato in Italia “un anno disastroso”, soprattutto per quanto riguarda Ong e migranti: lo ha detto oggi Emanuele Russo, presidente di Amnesty international Italia, nel presentare in videoconferenza il Rapporto annuale sulle violazioni dei diritti umani nel mondo. L’aspetto più evidente in Italia è stato “il percorso che ha portato ad una progressiva criminalizzazione delle Ong che operavano nel soccorso dei migranti e richiedenti asilo – ha ricordato -, con quattro circolari governative mirate a colpire le Ong”. Gli effetti del decreto legge 113 del 2018 – cosiddetto “decreto sicurezza” – hanno poi provocato “24.000 persone senza status legale per l’abolizione della protezione umanitaria”. “Nella prima metà del 2019 – ha affermato Russo – il governo di allora si vantava del proprio agire in esplicita controtendenza rispetto ai valori costituzionali”. E anche oggi il governo di coalizione nato ad agosto “non sta dimostrando un reale cambiamento di rotta ma una sorta di maquillage estetico, con profluvio di buone intenzioni che però non si realizzano”. Amnesty punta il dito in particolare contro il rinnovo per altri tre anni degli accordi tra Italia e Libia per impedire gli sbarchi dei migranti e “la continuazione della politica dei porti chiusi, che sostanzialmente non cambia, tranne una modalità di azione più tenue e qualche piccola azione positiva”. Tra le buone notizie riguardanti l’Italia, Russo ha citato tre sentenze storiche, che hanno restituito giustizia alle vittime, purtroppo a distanza, rispettivamente di 40 e 10 anni: il processo Condor che ha condannato all’ergastolo 24 esponenti di regimi dittatoriali di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay; la sentenza Cucchi e la sentenza del Tribunale civile di Roma che ha riconosciuto il diritto ad entrare in Italia e a chiedere protezione internazionale a 14 eritrei respinti in Libia nel 2009.