“Nel mondo c’è un generale consenso da parte delle persone a perdere diritti in nome della lotta all’epidemia da Coronavirus. L’effetto indotto è estremamente pericoloso e già stiamo vedendo le conseguenze in molti Paesi, con tanti leader oscurantisti che speculano sulla situazione”: l’allarme è stato lanciato oggi da Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty international Italia, durante la presentazione on line del Rapporto 2019-2020 di Amnesty international (Infinito edizioni). “La sconvolgente esperienza della pandemia da Covid-19 cambierà il mondo in modo fondamentale, ma non sappiamo ancora come – ha osservato -. Dovremo pretendere nuovamente quegli spazi di libertà che sono stati i protagonisti del 2019, vigilare affinché le misure di emergenza non siano normalizzate nei codici. Abbiamo di fronte due scenari opposti: un ritorno alla divisione, alla xenofobia, alla demagogia, alle misure di austerità ancora una volta dirette contro i poveri; oppure la nascita, dall’aver condiviso un periodo così drammatico, di una nuova era di cooperazione, solidarietà e unità, un’era di rinnovato impegno per ricucire le fratture sociali e le ineguaglianze”. L’aspetto più evidente della pandemia, ha sottolineato Rufini, è stato infatti “l’accentuazione delle disuguaglianze”, perché “diverso è il modo in cui è stata vissuta la quarantena da chi ha stipendio fisso e risparmi e da chi invece è precario. L’aumento dei poveri alle mense Caritas è una conferma”. A suo avviso ora la grande domanda è: “Che fine faranno i 172 miliardi che l’Ue ci ha dato per riprenderci dalla crisi? Serviranno per mantenere lo status quo o per raddrizzare le storture della nostra società?”. Riguardo alle proteste negli Usa dopo l’omicidio di George Floyd, l’afroamericano soffocato da alcuni poliziotti, Rufini ha commentato: “Sta cambiando qualcosa. La gente si rende conto che la repressione dei diritti colpisce tutti. Il risveglio della società civile non deve essere scoraggiato dalle misure prese per l’epidemia. Potrebbe essere un buon momento per invertire la tendenza”.