Si è spento in Madagascar nella notte appena trascorsa all’età di 92 anni il reggiano mons. Pietro Ganapini, “patriarca delle missioni diocesane reggiano-guastallesi”, come lo ha definito il vescovo Massimo Camisasca. Primo missionario diocesano “Fidei donum” in Madagascar dal 1961, nella grande Isola Rossa dell’Oceano indiano ha profuso il suo impegno per l’istruzione dei piccoli appartenenti a famiglie povere, soprattutto nella periferia della capitale e nelle zone rurali.
Mons. Ganapini, nato il 19 gennaio 1928 a Pantano di Carpineti, è stato ordinato sacerdote il 13 agosto 1950; stava per raggiungere il traguardo dei 70 anni di sacerdozio. “Il sorriso è certamente stata la nota distintiva di don Pietro – viene ricordato in una nota -. Accoglienza, senso dell’amicizia, attenzione ai piccoli e ai poveri hanno contrassegnato il lungo ministero sacerdotale di mons. Ganapini, appassionato di musica”.
Prima insegnante nel Seminario di Marola, partì dalla diocesi per il Madagascar il 20 novembre 1961 durante l’episcopato di Beniamino Socche, che lo aveva ordinato presbitero. Nella vasta diocesi di Antananarivo, stava continuando la sua opera in campo educativo; ha costruito per i poveri nelle campagne ben oltre 80 scuole soprattutto primarie, ma nella parrocchia di Ambinidia, dove ha lavorato per 32 anni, ha anche realizzato una scuola media e un liceo. Migliaia sono ormai le bambine e i ragazzi che, grazie a queste istituzioni, hanno vinto l’analfabetismo. Mons. Pietro Ganapini sarà tumulato, per suo espresso desidero, “nell’amata terra malgascia”.