“Senza un autentico incontro con Gesù, con il suo amore, con la sua misericordia, con il dono della salvezza, non si può essere preti. Si esercita il mestiere di prete, ma non si è preti conquistati da Cristo e regalati alla Chiesa”. Lo ha detto l’amministratore apostolico di Civitavecchia-Tarquinia, mons. Luigi Marrucci, nell’omelia della Messa celebrata ieri nella cattedrale durante la quale ha ordinato sacerdote don Daniele Verzì. Nello stesso giorno, il presule ha ricordato il 50° anniversario della propria ordinazione sacerdotale. “Senza un legame saldo di amicizia con Gesù, strada facendo, viene meno l’entusiasmo, la forza di seguirlo, la gioia di appartenergli”, ha avvertito il presule. Delineando il rapporto dei sacerdoti con i fedeli, il vescovo ha poi evidenziato che “la gente di oggi è come quella che si accostava a Gesù: va amata così come è, non come la si vorrebbe”. Quindi, l’invito ad amare la Chiesa. “Non consideratela come una macchina da far camminare o un’azienda da far funzionare; sentitela e vivetela come una famiglia da amare e servire”. In quest’ottica, il vescovo ha continuato ribadendo che “al centro dell’azione pastorale del sacerdote deve collocarsi la cura di comunità che esprimano comunione”.
Infine, mons. Marrucci ha indicato le due realtà che “nella vita del sacerdote devono convivere”: “Lasciamoci condurre nel deserto e rimaniamo in ascolto e in dialogo, a tu per tu, con il Maestro; facciamo dell’Eucaristia, celebrata e adorata, insieme alla Liturgia delle Ore, il centro delle nostre giornate; lasciamo che l’amore materno di Maria ci renda come lei, discepoli gioiosi e perseveranti di Gesù. La strada è il luogo su cui Gesù trascorreva le sue giornate, luogo della missione e della sequela. La virtù, cementata dalle opere e le relazioni, unite alle scelte che compiamo, portiamole avanti con umiltà e carità ed abbiano sempre il profumo di Cristo”.