Corruzione: Transparency International Italia, presentato il report “Whistleblowing2019”. La sanità il settore più critico

A dieci anni dalla pubblicazione del primo report sul whistleblowing nel nostro Paese, Transparency International Italia pubblica oggi il nuovo report annuale “Whistleblowing2019” per raccontare le attività svolte nel corso dell’ultimo anno e fare il punto sulla situazione attuale di questo istituto introdotto in Italia nel 2017 e che sta piano piano entrando sempre più nelle vite di tutti come strumento efficace di lotta alla corruzione.
Il 2019 ha visto l’associazione impegnata su più fronti: con Alac– Allerta Anticorruzione con il quale viene fornito supporto ai whistleblower nel loro processo di segnalazione, con WhistleblowingPA attraverso cui viene offerto gratuitamente a tutte le Pubbliche Amministrazioni una piattaforma per le segnalazioni e con l’attività di advocacy per l’approvazione a livello europeo della direttiva sul whistleblowing e la sua successiva trasposizione in Italia.
“La soddisfazione per i successi ottenuti non può però farci pensare che il nostro lavoro sia finito qui, anzi – ha sottolineato il presidente Virginio Carnevali -. Purtroppo, chi segnala irregolarità è nella pratica ancora troppo poco tutelato, sia per delle evidenti carenze nell’attuazione delle normative, sia per la cultura del nostro Paese che ancora identifica il whistleblowing con la delazione, piuttosto che con un atto di coraggio a difesa della collettività. Per questi motivi il nostro impegno non può che continuare”.
Nel 2019 il team Alac ha ricevuto 88 segnalazioni. Il Lazio è la regione con il numero più alto di segnalazioni (14) che si riferiscono principalmente ad episodi di frodi (25) e favoritismi e clientelismi (25). La sanità rimane il settore più critico con ben 34 segnalazioni.
Alcune segnalazioni, evidenzia il report, si sono infatti registrate anche in riferimento all’emergenza Covid-19, una in particolare – da parte di un dipendente di una struttura ospedaliera – è servita a far ritirare una fornitura di dispositivi di protezione individuale non certificati e quindi non adeguati alla tutela del personale sanitario.
In crescita il numero di Pubbliche Amministrazioni che hanno aderito al progetto WhistleblowingPA e che hanno scaricato gratuitamente la piattaforma informatica crittografata messa a disposizione da Transparency International Italia in collaborazione con il Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali. Sono infatti oltre 700 gli enti pubblici che – a giugno 2020 – hanno aderito e quindi messo a disposizione dei propri dipendenti questo canale sicuro per le segnalazioni.
Infine, nell’ultimo anno Transparency Italia ha lavorato molto sul fronte normativo. La legge italiana sul whistleblowing è infatti recente e piuttosto esaustiva rispetto a quella di altri paesi dell’Unione europea ma molto lontana dall’essere completa e in linea con tutte le migliori pratiche internazionali. La Direttiva europea sul whistleblowing approvata a fine 2019 è invece molto più esaustiva e prevede un adeguamento di tutti gli Stati membri entro due anni e questo comporterà delle modifiche anche al nostro apparato normativo.
“Per molti anni si è pensato al whistleblowing come un istituto volto solo alla tutela dei segnalanti. La previsione di canali sicuri per i whistleblower nonché la protezione in caso di ritorsioni rimangono al centro della disciplina, ma allo stesso tempo stiamo riuscendo a rendere gli enti pubblici e privati consapevoli di quanto sia importante avere delle buone procedure: la conoscenza tempestiva di anomalie o illeciti permette all’ente di conoscere e agire, spesso contenendo condotte che altrimenti porterebbero a danni maggiori”, ha concluso Giorgio Fraschini, esperto di Transparency International Italia.

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