Una lettera-appello ai deputati impegnati nel dibattito parlamentare sul Decreto Rilancio con la richiesta di investire su infermieri e assistenza territoriale. Ad inviarla è la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che conta oltre 450mila iscritti. Nella lettera si sollecita in modo esplicito a “salvaguardare le previsioni contenute nel Dl approvato dal Governo di riforma dell’assistenza territoriale che rafforza i presidi a sostegno dei pazienti Covid e di quelli fragili, cronici, non autosufficienti, attraverso l’aumento del personale infermieristico di 9.600 unità e l’attivazione e la valorizzazione di figure come l’infermiere di famiglia e di comunità”. L’appello sottolinea che l’emergenza sanitaria in corso ha dimostrato quanto gli infermieri siano un tassello fondamentale dell’assistenza sanitaria, ma anche come abbiano dovuto “affrontare l’eccezionalità dell’evento pandemico con gli schemi organizzativi esistenti – spesso rivoluzionati dall’emergenza – e con i pochi strumenti a disposizione”.
Tre i possibili miglioramenti al testo attuale proposti dalla Federazione. Il primo riguarda l’introduzione e l’attivazione dell’infermiere di famiglia e di comunità in tutte le Regioni, specificandone l’operatività nell’ambito dei distretti e conferendogli un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici. Il secondo prevede un aumento del personale negli ospedali, legato all’aumento dei posti letto nella rete di emergenza: gli standard prevedono almeno 24 infermieri ogni 8 posti letto di terapia intensiva e 12 ogni 8 posti letto di terapia semintensiva e, quindi, mancherebbero all’appello circa 17mila infermieri. L’ultimo riguarda infine il riconoscimento di un compenso adeguato al personale impegnato nell’emergenza (bonus di 1.000 euro). Anche per equilibrare il nodo legato alla retribuzione degli infermieri, oggi tra le più basse di Europa.