Il conflitto armato infuria nei punti caldi del Paese e il sistema sanitario è al collasso. Praticamente impossibile attuare misure preventive come identificazione, isolamento e adeguato trattamento delle persone infette. Secondo l’Onu il sistema sanitario è ormai al collasso. A fare il punto sulla situazione contagi Covid-19 in Yemen è “Porte Aperte” (Open doors), agenzia missionaria cristiana che opera in più di 60 paesi del mondo per aiutare i cristiani perseguitati a causa della loro fede. In un comunicato l’agenzia parla di “grave carenza o la totale mancanza di farmaci, di attrezzature mediche, di ventilatori e persino dei posti letto necessari. I cittadini yemeniti temono gli scenari più terrificanti, come l’infezione di metà della popolazione e la morte di oltre 40.000 persone”. Con una guerra giunta ormai al suo quinto anno, con “risorse economiche molto limitate che non permettono alla popolazione di ricevere cure mediche adeguate e con l’aumento dei prezzi del cibo, delle mascherine e dei prodotti per l’igiene”, capita, afferma “Porte Aperte”, che “le persone scelgano di non effettuare esami per il timore dello stigma sociale che deriva dall’essere positivi al virus, rivolgendosi ai medici quando ormai è troppo tardi o morendo nel silenzio delle proprie case senza cure. Gli esperti locali hanno sottolineato come il numero complessivo di decessi da Covid-19 registrati fino ad ora potrebbe – gli ultimi dati parlano di 399 casi e 87 decessi, ndr – non riflettere la realtà”. Nel comunicato sono riportate anche testimonianze di cristiani locali che riferiscono di “molta ansia, tristezza e frustrazione, di spavento per il tragico modo in cui una persona contagiata possa morire e della sofferenza che questo provoca alle famiglie”. Al tempo stesso, però, si registra anche “la forza dei fedeli locali nel portare speranza e incoraggiamento, pregando e seguendo attentamente le misure di prevenzione al contagio. Questa emergenza – sono parole di un cristiano yemenita – ci ha avvicinati a Dio e ci ha unito come Chiesa. Stiamo cercando di trascorrere più tempo con i nostri figli, insegnando loro le verità della Bibbia, pregando insieme e intercedendo per la salvezza del nostro popolo”. Porte aperte lancia un appello a sostenere spiritualmente e materialmente i cristiani dello Yemen. Con un dono di 35 euro si possono fornire pacchi viveri, medicine, coperte e sostegno di prima necessità.