“Nessuna persona, Stato o istituzione è immune dalla corruzione. I politici, qualunque sia la loro affiliazione, devono dare l’esempio ed è l’esemplarità che ci si aspetta da loro. I politici hanno per vocazione il servire il popolo, non l’asservirlo”, ha detto con preoccupazione Marin Mrčela, presidente del Greco, organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa, accompagnando l’uscita oggi del Rapporto annuale che esamina le misure adottate negli Stati membri per prevenire la corruzione tra parlamentari, giudici e pubblici ministeri, nonché nei governi centrali – in particolare per quanto riguarda le alte funzioni esecutive – e nelle forze dell’ordine. Emerge che i meno disponibili a conformarsi alle indicazioni anti corruzione che il Greco di volta in volta offre per gli Stati membri sono i parlamentari (27%), mentre lievemente più propensi ad attuare le raccomandazioni sono giudici e pubblici ministeri (rispettivamente 37% e 46%). “Questo spiega in gran parte perché la fiducia delle persone nella politica è molto bassa e continuerà a deteriorarsi, se i leader politici non miglioreranno il loro livello di conformità agli standard di integrità”, ha affermato Mrčela.
Il Greco, giunto al 4° ciclo di valutazione (iniziato nel 2012), ha passato al setaccio norme e prassi in 18 Paesi dove sono state attuate riforme costituzionali, legislative, regolamentari o istituzionali per implementare le raccomandazioni dell’organismo; 15 Paesi sono stati sottoposti a procedura di non conformità (Armenia, Austria, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Monaco, Macedonia settentrionale, Polonia, Portogallo, Romania e Turchia).