“Dio attende alla frontiera” (Emi ed.) è “un invito forte e urgente a crescere in apertura di mente e di cuore, a passare dal principio di identità a quello di alterità, di solidarietà”. A metà tra diario e reportage, il libro raccoglie gli incontri, in varie forme, di padre Renato Zilio con l’altro, il migrante che “fa sua patria il mondo”. Con comunità italiane all’estero, filippine, latinoamericane o portoghesi. Sono quadri della sua missione in Europa e in Africa, dove emigrazione, periferie, dialogo tra culture e religioni fanno da cornice e da sfondo al tema principale: la frontiera che è “luogo per eccellenza dell’incontro, del confronto, di orizzonti nuovi”. “I sistemi si oppongono, gli uomini si incontrano” e tutto questo si rivela, oggi, urgente nella nostra società italiana.
Queste pagine giornalistiche, – oggi alla trentesima ristampa – suggerite da incontri quotidiani a Parigi, Ginevra, a Londra, nel Sahara con persone o comunità “di frontiera” si fanno esperienza viva, attuale e trasformante. Anche per il lettore. La prefazione è del card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco). “Ma non è un libro – si legge in un comunicato -. È un invito forte, insistente, ad andare alla frontiera della nostra fede, del nostro mondo. Del nostro modo di essere. Per vivere valori oggi indispensabili come l’ascolto, il dialogo, l’empatia, il saper vivere-insieme pur differenti, l’apertura di mente e di cuore. È là che Dio ci attende. Da sempre”.