“È evidente che la crisi legata alla pandemia da Covid-19 non fa bene all’Agenda 2030. L’impatto è negativo per la povertà, l’istruzione, l’occupazione, l’innovazione, le infrastrutture, le imprese. I piccoli miglioramenti che si hanno sulle emissioni di CO2 oppure la caduta dei furti, sono legati al blocco delle attività e non ad un cambiamento significativo del nostro modello di sviluppo”. È quanto ha affermato Enrico Giovannini, economista e statistico, cofondatore e portavoce di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), intervenendo ieri, alla presentazione del secondo Bilancio di sostenibilità di Azione Cattolica (anno 2020, su dati 2019), in diretta streaming sulla pagina Facebook di Ac. Dal luglio del 2016, Azione Cattolica ha infatti aderito all’ASviS, che promuove in Italia gli obiettivi ambientali scelti dall’Onu e a livello globale, dall’Agenda 2030. Giovannini, ha poi evidenziato come sia rilevante il fatto che a poche settimane di distanza, sia Confindustria che Azione Cattolica, “nonostante le due organizzazioni siano molto differenti, abbiano presentato i loro rapporti di sostenibilità, ambedue con standard di reportistica basati sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile”. E ha così commentato: “Questo è il potere dell’Agenda 2030, in grado di unificare punti di vista di soggetti apparentemente distanti, facendo emergere come sia necessario camminare tutti nella stessa direzione, per far fronte ad una crisi che impone uno sforzo condiviso”. “Il nodo cruciale – ha concluso Giovannini – sarà quello di mostrare un piano per il futuro che comprenda i giovani, che hanno un visione molto diversa rispetto a quella delle generazioni adulte o più anziane. Hanno cioè incorporato, nel loro modo di pensare, la sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale”.