“Se questo è stato per tutti noi un momento molto duro, sono le persone che già prima della pandemia vivevano una condizione estremamente difficile, quelle che non devono essere dimenticate e lasciate indietro”. Lo ha dichiarato Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’oro, durante un evento online organizzato alla vigilia della Giornata nazionale delle persone sordocieche. “È importante ribadire che alle persone sordocieche servono risposte concrete, che partano innanzitutto dal diritto all’inclusione – ha aggiunto il presidente –. La piena attuazione della legge 107/2010 che riconosce la sordocecità come una disabilità unica e specifica e il riconoscimento della Lis e della Lis Tattile, che permetterebbe loro di abbattere le barriere della comunicazione anche in condizioni di emergenza, potrebbero agevolare questo processo, rappresentando un punto di partenza decisivo”. Nelle parole del presidente dell’associazione, la consapevolezza che “l’emergenza sanitaria ancora in corso ha avuto ripercussioni gravi sulla vita di queste persone e delle loro famiglie e ha imposto loro una condizione di isolamento nell’isolamento”.
Un appello anche da Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che presenta “l’impegno nel realizzare modelli di educazione e formazione dedicati e attività di supporto, sostegno e accoglienza, estesi anche alle famiglie, grazie alla nostra rete di 107 sezioni provinciali”. “La sordocecità è la punta dell’iceberg e una delle forme più gravi tra le pluridisabilità e per questo necessita di risposte specifiche, coraggiose e innovative”. Infine, la necessità di “puntare a un ulteriore passo in avanti che guardi alle necessità delle persone sordocieche e con disabilità plurime oltre l’età scolare o giovanile e che possa sostenerle in una logica di lungo periodo”. Di qui l’idea della “creazione di strutture di accoglienza a carattere permanente che possano accompagnare le persone sordocieche e con pluridisabilità anche in età adulta affinché possano individuare e costruire il loro progetto di vita, in autonomia e dignità”.