“Mentre il mondo continua a combattere la pandemia di Covid-19, è più importante che mai enfatizzare la natura assoluta del divieto di tortura e altre forme di maltrattamenti”. Lo scrivono in una dichiarazione congiunta per la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura che si celebra oggi, Malcolm Evans, presidente del sottocomitato delle Nazioni Unite per la prevenzione della tortura (Spt), e Mykola Gnatovskyy, presidente del comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa. I detenuti, che sono “persone private della libertà, sono particolarmente vulnerabili alle violazioni di questo diritto” sottolineano i presidenti, e perciò prevenire la tortura “rimane di importanza primordiale”. Dall’Onu e dal Consiglio d’Europa viene espressa soddisfazione “per le azioni intraprese da numerosi Stati per ridurre il sovraffollamento e trovare nuovi mezzi per mantenere e migliorare il contatto tra i detenuti e il mondo esterno” nel contesto della pandemia, misure messe in campo alla luce delle raccomandazioni del Comitato anti tortura del 20 marzo scorso, a cui hanno fatto seguito i “consigli” emanati dall’Spt poche settimane dopo. “Chiediamo alle autorità degli Stati che non hanno ancora adottato tali misure di implementarle con urgenza”, si legge nel testo, che invita anche a revocare appena possibile “le eventuali restrizioni aggiuntive che potrebbero essere state imposte alle persone private della libertà per limitare la diffusione di Covid-19”.