Il Covid-19 non ha risparmiato nessuno e nelle situazioni di sofferenza ha costituito un ulteriore aggravio. Parte da questa considerazione la Relazione al Parlamento 2020 del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Gnpl), presentata stamattina. “L’emergenza determinata dal contagio da Covid-19 ha mutato la nostra percezione della difficoltà e del dolore, così come la capacità di analizzare i luoghi dove il dolore già prima di tale emergenza si coagulava perché intrinseco alla privazione della libertà, qualunque ne possa essere la causa che l’ha determinata”, sottolinea il Garante. Così, se mentre “il 2019 era trascorso con il mai soddisfatto inseguimento delle presunte paure che abitano la società” tanto che nel “rapporto tra l’effettiva sicurezza e la percezione della sicurezza”, “la seconda” era stata “eletta troppo spesso come indicatore per chi ha la responsabilità di scelte nella scena pubblica”, spiegando così “i numeri sempre crescenti di persone negli Istituti penitenziari”, l’“estensione della detenzione amministrativa di persone straniere irregolarmente presenti nel territorio da attuarsi in un insieme di luoghi sempre più ampio”, la “crescente paura sociale rispetto a persone con disagio psichico e comportamenti non omologabili da tenere separate”, con l’emergenza coronavirus “calano i numeri in tutte le strutture monitorate dal Garante nazionale, si adottano provvedimenti in linea con autorevoli voci che ricordano il principio, troppo spesso dimenticato, che la privazione della libertà dovrebbe essere misura estrema – l’ultima e non la prima a cui ricorrere –, si scoprono sacche di oblio del nostro pensiero in quei luoghi dove minori erano stati gli occhi attenti forse perché destinati a persone non funzionali al nostro modello economico, si sottolinea l’ipotesi di una rinnovata coesione nel momento della comune difficoltà”.
La Relazione al Parlamento 2020 è composta di quattro sezioni principali. La prima riguarda i temi principali che hanno coinvolto negli ultimi mesi il mandato istituzionale del Garante: la questione dell’ostatività all’accesso ai benefici e alle misure alternative, al centro di due giudizi, della Corte di Strasburgo e della Corte Costituzionale italiana; i cosiddetti Decreti sicurezza (2018 e 2019), il nuovo Regolamento di Frontex, l’emergenza sanitaria da Covid-19, le proteste e i disordini in carcere. La seconda sezione della Relazione è dedicata al tema delle diverse soggettività che abitano i luoghi di privazione della libertà. La terza sezione è ricca di dati e statistiche aggiornati al 2020, ad esempio sulla pandemia da Covid-19 nelle carceri, sulle strutture per persone migranti, sui ricoveri e il numero di ospiti presenti nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). La quarta sezione discute le linee di azione che il Garante intende aprire o sviluppare.