Diocesi: mons. Tisi (Trento), “non abbiamo il diritto di disperare”

“Non abbiamo il diritto di disperare dell’uomo, né come individuo né come collettività, non abbiamo il diritto di disperare della storia, poiché Dio lavora non solo nelle coscienze individuali, ma anche nella vita dei popoli”. Riprendendo le parole di Alcide De Gasperi, in un celebre discorso a Bruxelles nel 1948, oggi mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, nell’omelia della messa, in cattedrale, per la festa del patrono San Vigilio, ha osservato: “Non abbiamo il diritto di disperare. Non ce lo consente quanto, in questi mesi, i nostri occhi hanno visto in termini di dedizione e capacità di vivere la vita come offerta, segni straordinari di prossimità e di unità d’intenti. Non lo ammettono le lacrime versate, attestato di un amore intenso che si ribella all’idea di consegnare alla morte e all’oblio chi ci ha amato. Non autorizza a disperare l’ansia di relazione rilanciata dall’isolamento, liberando una creatività che ha invaso positivamente la rete”. E, ha aggiunto, “non ce lo permette l’icona di Vigilio che, scrivendo a San Giovanni Crisostomo, confida, ancora incredulo, di aver vegliato sulle ceneri dei tre martiri, riconoscendo in esse non i segni della fine ma un nuovo inizio, un’esplosione di primavera, l’humus che ha offerto un nutrimento inesauribile alle radici della nostra Chiesa”. Non lo vorrebbe, infine, “una grande figlia della nostra Chiesa, Chiara Lubich che nelle mani inchiodate del Cristo abbandonato ha contemplato la libertà dell’amore, traendone la forza per dilatare il respiro dell’unità da Trento in tutti gli angoli del mondo”.

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