Coronavirus Covid-19: Uecoop, “nel ricco Nord aumento del 165% delle famiglie povere”

“Nel ricco Nord la povertà cresce di più che nel resto d’Italia con un aumento del 165% delle famiglie che hanno difficoltà addirittura a mettere insieme il pranzo con la cena, a pagare le bollette o l’affitto con una situazione peggiorata con l’emergenza coronavirus”. Lo evidenzia una elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in confronto con le altre aree della penisola dove la povertà cresce meno rispetto a quelle del settentrione negli ultimi quindici anni: al Centro +79% e al Sud + 72%. “Siamo di fronte a uno scivolamento economico verso il basso che preoccupa perché ormai non riguarda più solo famiglie di gruppi sociali tradizionalmente disagiati, dagli stranieri agli anziani – sottolinea l’associazione –, ma coinvolge anche nuclei che hanno subito un taglio dei redditi a causa della cassa integrazione o della perdita di lavoro di uno o più componenti”.
Fra i “nuovi poveri” del 2020, coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie, spiega Uecoop in base alla stima di Coldiretti sulla base delle persone che hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni caritative che registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto. “Si tratta di persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”, evidenzia Uecoop.
Infine, un dato. L’emergenza coronavirus ha colpito anche il mondo della cooperazione con quasi una impresa su 3 che prevede “una mancanza di liquidità nel 2020 a causa della difficile ripartenza”.

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