(Bruxelles) Sono quattro i principi cardine che dovranno guidare la Conferenza sul futuro dell’Europa: “uguaglianza” tra Commissione, Consiglio e Parlamento a “tutti i livelli”; rispetto delle prerogative di ciascuna istituzione; efficacia, evitando paludi burocratiche; coinvolgimento effettivo dei cittadini. Questo indica un documento di lavoro interno che viene discusso oggi alla riunione dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Ue e che il Sir ha potuto esaminare in anteprima. Ci dovranno quindi essere eurodeputati, rappresentanti dei Paesi membri e della Commissione, membri dei parlamenti nazionali, nonché del Comitato delle regioni (CdR) e del Comitato economico e sociale europeo (Cese). Andrà garantito “il coinvolgimento dei cittadini e della società civile” nei vari ambiti tematici, con una “ampia rappresentanza di diversi gruppi nella nostra società, e in particolare di giovani”. Servirà una “governance snella” e nel rispetto dell’uguaglianza di genere: a presiedere la Conferenza, “l’autorità di un’eminente personalità europea” scelta dalle tre istituzioni dell’Ue e poi un comitato direttivo “composto da rappresentanti di ciascuna istituzione su un piano di parità” e dal presidente di turno della Conferenza degli organi specializzati in affari comunitari (Cosac). Cdr, Cese o altri organi sarebbero eventualmente invitati come osservatori. Il “coinvolgimento efficace dei cittadini e degli stakeholders” sarebbe assicurato da dibattiti, a livello nazionale e regionale, piattaforme virtuali e panel di cittadini negli Stati membri e a livello europeo.