La Conferenza sul futuro dell’Europa “dovrebbe partire non appena le condizioni della pandemia lo permetteranno”. Il Parlamento europeo aveva auspicato che i lavori potessero partire a settembre, ma probabilmente – stando alle indiscrezioni – l’avvio potrebbe avvenire a ottobre o addirittura nel 2021. I lavori potrebbero durare un anno e mezzo oppure due. A darne l’avvio una “dichiarazione congiunta” di Consiglio, Parlamento e Commissione che conterrà il “mandato” della Conferenza e la definizione del processo. Questo indica un documento di lavoro interno che viene discusso oggi alla riunione dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Ue. Tra le iniziative immaginate per questo cammino, eventi europei – di lancio, conclusione e metà cammino – a Bruxelles, Strasburgo e nei Paesi che detengono semestralmente la presidenza di turno, e poi eventi, incontri tematici specifici negli Stati membri (sempre con un equilibrio di rappresentanza tra le istituzioni). Sarà necessario definire le modalità con cui i risultati delle diverse iniziative confluiranno nel cammino della conferenza, il cui obiettivo finale è la produzione di una “Relazione” per il Consiglio europeo nel 2022: le istituzioni europee saranno quindi chiamate a “esaminare in tempi rapidi come implementare il rapporto nel proprio ambito di competenze e in accordo con i Trattati”. Quanto ai temi da affrontare, si legge nel documento, “la Conferenza dovrebbe concentrarsi su argomenti che interessano davvero per i nostri cittadini, con ricadute di lungo periodo e un ampio raggio d’azione”.