Non è possibile rinunciare al “potenziamento dell’assistenza domiciliare dopo l’esperienza drammatica vissuta in questi mesi di sofferenza”. Lo afferma senza mezzi termini l’Aris in una nota firmata dal direttore generale Mauro Mattiacci ricordando che la pandemia Covid-19 “ha messo a nudo la fragilità causata dallo scempio fatto della nostra sanità, pubblica o privata che sia”. Per rimediare e avviare “una nuova stagione del Servizio sanitario nazionale” in grado di “far fronte ad ogni minaccia”, tra le altre cose occorre, sottolinea Mattiacci, “incentivare l’assistenza domiciliare” che, “se ben organizzata e supportata, avrebbe forse contribuito ad alleviare il peso degli ospedali e non avrebbe dovuto fare ricorso alle inadeguate Rsa per fronteggiare il Covid-19 anche nei casi meno pressanti ma comunque capaci di propagare l’infezione”. L’Aris ricorda “la possibilità di sfruttare delle risorse provenienti dalla riduzione dei benefici fiscali concessi alle imprese che producono tabacco riscaldato proprio per migliorare il sistema di assistenza domiciliare”, proposta in occasione del Decreto Cura Italia da Cittadinanzattiva e oltre 70 fra organizzazioni civiche, associazioni di pazienti, federazioni e ordini professionali, società scientifiche e rappresentanti del mondo delle imprese, e tornata quindi per il Decreto Rilancio. “Gli emendamenti prevedono la realizzazione di Piani regionali pluriennali per il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, finanziati attraverso proprio la revisione del regime fiscale che vige sui prodotti da tabacco riscaldato rispetto alle normali sigarette.
Nel momento di grave difficoltà che abbiamo appena attraversato, anzi che stiamo ancora attraversando, abbiamo visto quanto sia importante poter consentire alle persone malate di trovare assistenza adeguata nelle loro abitazioni, nella loro famiglia”.