(Bruxelles) La Commissione europea ha presentato oggi la prima strategia dell’Ue sui diritti delle vittime, “volta a garantire che tutte le vittime di reato possano far valere pienamente i loro diritti, indipendentemente dal luogo dell’Unione in cui è stato commesso il reato”. La Commissione riferisce alcuni dati esemplificativi. “Ogni anno, nell’Unione europea, milioni di persone sono vittime di reato”: il dato su dodici mesi si aggira attorno ai 15 milioni: persone vittime di reati gravi, quali omicidi, abusi sessuali su minori o rapimenti. “L’entità della violenza di genere nell’Ue è allarmante: una donna su tre ha subito una violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni. Ma solo un terzo circa delle donne vittime di abusi fisici o sessuali, per lo più da parte dei partner o di parenti stretti, si rivolge alle autorità”. Inoltre, il confinamento della società durante la pandemia di Covid-19 “ha fatto registrare un aumento della violenza domestica, degli abusi sessuali sui minori, della cibercriminalità e dei reati legati all’odio razziale e xenofobo”. La strategia delinea per i prossimi cinque anni una serie di azioni che si prefiggono un duplice obiettivo: da un lato, “consentire alle vittime di denunciare un reato, chiedere un risarcimento e, in definitiva, riprendersi dalle conseguenze del reato”; dall’altro, “garantire la collaborazione con tutti i soggetti competenti per quanto riguarda i diritti delle vittime”.
In considerazione della recente pandemia di Covid-19 e delle successive misure di confinamento, che hanno contribuito all’aumento della violenza domestica, degli abusi sessuali sui minori, della cibercriminalità e dei reati legati all’odio razziale e xenofobo, “è particolarmente importante che il quadro di assistenza e protezione a favore delle vittime sia resiliente anche nelle situazioni di crisi”.