Mercoledì 17 giugno, Papa Francesco, attraverso la Congregazione per le Chiese orientali, ha donato 2.500 test Covid-19 al Ministero della salute di Gaza. La consegna dei kit è stata coordinata dalla Delegazione Apostolica, dal Patriarcato Latino di Gerusalemme e dalla Caritas Gerusalemme. Lo rende noto oggi il Patriarcato latino di Gerusalemme. I kit sono stati consegnati dalla Caritas Gerusalemme e da padre Gabriel Romanelli, parroco latino della Sacra Famiglia a Gaza. La donazione rientra nell’ambito delle iniziative promosse dal Fondo di emergenza, voluto da Papa Francesco, per aiutare i paesi più colpiti dalla diffusione di Covid-19. Tra questi la Siria che ha ricevuto 10 ventilatori, altri tre sono stati donati all’ospedale St. Joseph di Gerusalemme, mentre kit di test Covid-19 sono stati inviati all’ospedale della Sacra Famiglia a Betlemme. Con la diffusione del virus a Gaza, dove vivono circa 2 milioni di persone, le autorità sanitarie locali hanno lamentato carenza di test diagnostici e fatto richiesta anche di 100 ventilatori e 140 letti per unità di terapia intensiva. Secondo il Ministero della salute palestinese, a Gaza ci sono stati 72 casi Covid-19 (15 sono ancora attivi) su un totale di 1284 casi nei Territori palestinesi (dati al 23 giugno). La bassa percentuale di persone positive al Covid-19 potrebbe essere un’indicazione della mancanza di test effettuati. Caritas Gerusalemme e il Ministero della salute a Gaza, riferisce il Patriarcato Latino, “hanno preparato un piano di emergenza che prevede, tra le altre cose, fornitura di servizi medici nel Centro Caritas, l’attivazione di tre team medici mobili per fornire un servizio domiciliare 24 ore su 24 per il trattamento di pazienti non Covid-19”. Come in Israele, anche in Cisgiordania nelle ultime due settimane si sono registrati nuovi picchi di contagi: il più alto a Hebron con 551 casi, seguito da Nablus con 32.