Papa Francesco: dona 2.500 tamponi al ministero della Salute di Gaza e 10mila real alla diocesi brasiliana di Nova Iguaçu
Mercoledì 17 giugno, Papa Francesco, attraverso la Congregazione per le Chiese orientali, ha donato 2.500 test Covid-19 al ministero della Salute di Gaza. La consegna dei kit è stata coordinata dalla Delegazione Apostolica, dal Patriarcato Latino di Gerusalemme e dalla Caritas Gerusalemme. Lo ha reso noto oggi il Patriarcato latino di Gerusalemme. (clicca qui)
Nonostante la diocesi di Nova Iguaçu, nel sud-est del Brasile, abbia dovuto interrompere le attività pastorali così come le celebrazioni pubbliche delle messe e delle funzioni, è riuscita ad ampliare la sua missione caritativa per rispondere al considerevole aumento delle richieste di aiuto da parte di numerose famiglie. Aggiungendo forza a queste iniziative, la diocesi ha ricevuto – attraverso la Nunziatura apostolica – il sostegno finanziario di 10mila real da Papa Francesco interamente utilizzato per l’acquisto di cestini di prodotti alimentari di base e kit igienici già distribuiti alle famiglie dei quartieri più bisognosi dello Stato di Rio de Janeiro. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: card. Bassetti (Cei), omaggio all’Italia “nobile” durante la pandemia
“Sono tante le testimonianze di quest’Italia ‘nobile’ che ha dato tutta se stessa per cercare di dare una risposta alle grandi difficoltà sanitarie e che si è presa cura dei più deboli e dei più fragili con amore e responsabilità”. Con queste parole il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha reso omaggio a tutti coloro che in questo tempo di pandemia hanno portato avanti con coraggio il nostro Paese. Lo ha fatto questo pomeriggio intervenendo insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia in memoria del sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, nel centro di accoglienza Mondo Migliore a Rocca di Papa. “Senza dubbio, questo 2020 è un anno che ricorderemo: mai era accaduto nella storia dell’umanità che così tante persone in tante parti del mondo si trovassero unite nell’affrontare un così grave problema come la pandemia che ci ha colpito. Una delle conseguenze di questa pandemia è stata quella, come forma di responsabilità e tutela degli altri e anche propria, di rimanere a ‘casa’, e poi di continuare a rimanere a una certa distanza fisica dagli altri”. (clicca qui)
Cei: Commissione episcopale per la Dottrina, una “rilettura biblico-spirituale” della pandemia per catechisti ed equipe diocesane
Si intitola “È risorto il terzo giorno” ed è una traccia di riflessione elaborata dalla Commissione episcopale per la Dottrina, l’annuncio e la catechesi della Cei per accompagnare equipe diocesane, catechisti e quanti sono impegnati sul fronte dell’annuncio e dell’iniziazione cristiana. Si tratta di una “rilettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia”, destinata a credenti e non credenti, che prende le mosse da “un ascolto attento delle paure, dei bisogni e delle attese delle persone che, nel proprio contesto e con i propri strumenti, si sono trovate ad affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19”. Ad aprire il testo, infatti, sono le voci di un’impiegata, di uno studente, di un bambino, di un avvocato, di un cappellano, di un medico, di una casalinga, di un adolescente, di un volontario e di una segretaria. Pongono interrogativi sulla sofferenza, sul disorientamento e sulla morte, ma testimoniano anche la capacità di resilienza, la creatività e la riscoperta della dimensione domestica della fede. (clicca qui)
Unione europea: innovazione, l’Europa supera gli Stati Uniti. Svezia leader, Italia diciottesima su 27 Paesi
(Bruxelles) Per il secondo anno di fila l’Unione europea supera gli Stati Uniti nel campo dell’innovazione globale, ma segna ancora il passo rispetto ai big: Corea del Sud, Australia, Giappone. I risultati emergono dal “Quadro europeo di valutazione dell’innovazione 2020” (i dati sono riferiti al 2019), reso noto oggi a Bruxelles. La Commissione Ue evidenzia le “opportunità di coordinare meglio le politiche di innovazione dell’Ue”, la necessità di “aiutare l’Europa a migliorare la sua competitività globale e rafforzare il ruolo chiave svolto dall’innovazione nel superare la pandemia di coronavirus”. In cima alla classifica europea ci sono Paesi leader nell’innovazione: Svezia, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. Seguono i “forti innovatori”, come ad esempio Belgio, Germania e Francia. Quindi, sotto la media Ue, gli “innovatori moderati”: Spagna, Cipro, Italia (diciottesima su 27), Polonia, Slovacchia. In fondo alla classifica Bulgaria e – ultima – Romania. (clicca qui)
Lavoro: Soro (Garante Privacy), “va impedito ogni uso improprio dello smartworking”
“Il diffuso ricorso allo smartworking – generalmente necessitato e improvvisato – ha catapultato una quota significativa della popolazione in una dimensione delle cui implicazioni non sempre si ha piena consapevolezza e di cui va impedito ogni uso improprio”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il Garante per la privacy, Antonello Soro, presentando alla Camera dei deputati la relazione annuale dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Secondo Soro, “potendo favorire una nuova articolazione dei processi produttivi in grado di accrescere efficienza e flessibilità, lo smartworking potrebbe ragionevolmente divenire una forma diffusa, effettivamente alternativa, di organizzazione del lavoro”. “Per questa ragione – ha evidenziato – andranno seriamente affrontati e risolti tutti i problemi emersi in questi mesi: dalle dotazioni strumentali alla garanzia di connettività, alla sicurezza delle piattaforme, all’effettività del diritto alla disconnessione, senza cui si rischia di vanificare la necessaria distinzione tra spazi di vita privata e attività lavorativa: annullando così alcune tra le più antiche conquiste raggiunte per il lavoro tradizionale”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: Regno Unito, Johnson annuncia allentamento lockdown e ripresa culti religiosi dal 4 luglio. Card. Nichols, “una buona notizia”
“Una buona notizia per i membri di tutte le religioni in Inghilterra”. Con queste parole il card. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha accolto l’annuncio dato oggi dal primo ministro Boris Johnson alla Camera dei Comuni. Dal prossimo 4 luglio nel Regno Unito, visto il calo dei contagi, verranno allentate le misure di distanziamento fisico decise tre mesi fa per contenere l’epidemia da Coronavirus e potranno riaprire insieme agli esercizi commerciali anche le chiese per la celebrazione pubblica dei culti religiosi. “Accolgo con favore la dichiarazione del primo ministro di oggi”, ha scritto il cardinale in una nota. “Come cattolici, non vediamo l’ora di poter celebrare di nuovo insieme la messa dal 4 luglio. Abbiamo aspettato con pazienza e desiderio questo momento, comprendendo l’importanza di proteggere la salute delle persone nella nostra società. Ora aspettiamo il giorno in cui sarà possibile prendere parte insieme all’Eucaristia, che è il centro della nostra fede”. (clicca qui)
Terra Santa: mons. Pizzaballa (Gerusalemme), debiti Patriarcato “si devono pagare. Se il problema è stato causato qui, è qui che deve essere risolto”
“In questi anni abbiamo riorganizzato l’economia del Patriarcato, con verifiche e controlli interni ed esterni. Abbiamo fatto tutto ciò che viene richiesto ad una istituzione che ha quasi 2.000 salari da pagare ogni mese. Un giro molto alto, ma i debiti si devono pagare”. Lo ha dichiarato oggi mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Intervenendo sulla questione dei debiti del Patriarcato che “raggiungono la cifra astronomica di quasi 100 milioni di dollari”, mons. Pizzaballa ha spiegato che “dopo aver tagliato le spese e raccolto quanto più possibile è apparso evidente che la cifra era ancora troppo alta” e “abbiamo deciso anche da un punto di vista etico, come responsabilità, di alienare alcune proprietà (a Nazaret, ndr.) non strettamente indispensabili così da risolvere il problema debitorio e tornare alla serenità finanziaria ed essere più tranquilli anche per affrontare una prossima crisi post-Covid-19”. “Se il problema è stato creato qui – ha rimarcato mons. Pizzaballa – è qui che deve essere risolto e ci si deve assumere la responsabilità di pagare”. (clicca qui)