Secondo le nuove linee guida dell’Oms sono sufficienti tre giorni senza sintomi per l’uscita dall’isolamento dei pazienti risultati positivi al Sars-CoV-2. Dunque non occorrerebbero più due tamponi negativi a distanza di 24 ore, oltre alla guarigione clinica. Questo potrebbe portare a modifiche delle disposizioni in vigore nel nostro Paese. Nell’attesa che il Comitato tecnico scientifico, sollecitato dal ministro della Salute Roberto Speranza, si esprima ufficialmente sull’adottabilità o meno di questi nuovi criteri, peraltro non vincolanti, “non cambia nulla”, spiega in un’intervista al Sir Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. In ogni caso, afferma, è opportuno “mantenere fermo il principio di massima precauzione perché il peggio sembra passato ma non ne siamo ancora fuori”. Alcuni studi, prosegue il professore, indicano che “almeno in Italia (e in Europa) il virus, grazie al lockdown, è circolato di meno e che i tamponi rilevano una minore quantità di Rna, l’acido nucleico che costituisce la parte interna del Sars-CoV-2 e fa replicare il virus rendendolo infettante”. Anche uno studio sudcoreano “ha dimostrato che soggetti a contatto con persone a tampone positivo non si sono infettati. Partendo da questa osservazione l’Oms ritiene che una persona che non presenti più sintomi dovrebbe non essere più infettante o esserlo molto meno. Un cambiamento rispetto a quanto finora ritenuto, ma occorre tenere presente che ci sono anche asintomatici che trasmettono la malattia”. Meglio “aspettare ulteriori dati dalla letteratura scientifica”; intanto il doppio tampone rimane lo strumento più sicuro per evitare rischi.