Pax Christi International condanna i piani israeliani per l’annessione di qualsiasi area della Cisgiordania e invita la comunità internazionale a ritenere Israele responsabile delle violazioni del diritto internazionale. In un comunicato, diffuso oggi, l’organismo ribadisce la sua opposizione “al piano israeliano di annettere qualsiasi area della Cisgiordania, compresa la Valle del Giordano” e “riconosce Gerusalemme est e le alture del Golan siriane come illegalmente annesse ai sensi del diritto internazionale”: “Continuiamo a condannare l’occupazione israeliana della Cisgiordania da 53 anni ed il blocco di Gaza da 13 anni. Manteniamo una forte e costante solidarietà con le nostre sorelle e fratelli palestinesi la cui libertà, dignità e diritti umani sono minacciati da questa attuale proposta e dalle precedenti azioni di Israele”.
Pax Christi international approva “la dichiarazione del Consiglio dei patriarchi e dei capi delle Chiese di Terra Santa che esprime grave preoccupazione per qualsiasi azione unilaterale di annessione della terra. Aggiungiamo la nostra voce alla crescente denuncia della flagrante violazione del diritto internazionale, della Convenzione di Ginevra e delle risoluzioni concordate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio di sicurezza. Stiamo con quei Paesi, la società civile e le organizzazioni per i diritti umani, i movimenti, le comunità religiose e le persone di coscienza che chiedono a Israele di porre immediatamente fine ai suoi piani di annessione”.
“Come movimento cattolico globale per la pace e la nonviolenza, Pax Christi International è profondamente preoccupato che le azioni per annettere qualsiasi parte della Cisgiordania”. Da qui la richiesta a tutte le sezioni e ai gruppi membri di Pax Christi “di unirsi ai leader della Chiesa e ai membri delle comunità di fede per esprimere la loro solidarietà ai palestinesi e agli israeliani che si oppongono all’annessione, all’occupazione e al blocco di Gaza; esortare le diocesi a esercitare il loro diritto di effettuare investimenti finanziari e scelte di consumo sulla base di standard di responsabilità etica e sociale; esprimere la propria opposizione ai piani illegali e unilaterali di annessione di Israele in questo momento cruciale”. Inoltre, si chiede di sollecitare i rispettivi Governi a “opporsi al piano di annessione di Israele; delineare quali azioni specifiche intraprendere in risposta a qualsiasi tentativo di annessione, come per esempio, porre fine al commercio di armi e alla cooperazione in materia di sicurezza militare con Israele; sospendere gli aiuti militari ed altri aiuti finanziari ad Israele fintanto che continua a violare la legge internazionale ed umanitaria; attuazione di sanzioni sul commercio con insediamenti illegali, incluso il boicottaggio di prodotti provenienti da tali insediamenti e da società che beneficiano dell’attività degli insediamenti; dichiarare che non riconosceranno alcuna modifica unilaterale ai confini stabiliti nel 1967; ritenere Israele responsabile delle violazioni del diritto internazionale e umanitario; riconoscere lo Stato della Palestina”.