“La politica è una missione da compiere al servizio del Paese e non un’avida conquista del potere; è la ricerca del bene comune e non di un arricchimento personale; è un’azione di carità verso il popolo e non una mera volontà di potenza”. Lo ha detto questo pomeriggio il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana intervenendo questo pomeriggio insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel centro di accoglienza Mondo Migliore a Rocca di Papa, alla cerimonia in memoria del sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. Morto tragicamente lo scorso anno, in seguito alle ustioni riportate in un incendio divampato nei locali del Comune, il sindaco fu l’ultimo ad abbandonare il municipio dopo essersi assicurato che tutti fossero in salvo. Nel corso della cerimonia, alla quale hanno partecipato i familiari del sindaco, gli operatori e gli ospiti del centro, è stato piantato un ulivo e inaugurata una targa in ricordo del sacrificio, della sensibilità e dell’attenzione che aveva verso gli altri e gli ultimi. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Ricordando le parole di Gesù tratte dal Vangelo di Giovanni, il cardinale ha definito Emanuele Crestini come “un uomo delle istituzioni, un rappresentante del popolo, un laico, che nell’esercizio delle sue funzioni ha saputo mostrare all’Italia intera cosa significa servire il proprio Paese con senso di lealtà, di sacrificio totale e di amore verso l’altro. Lealtà, sacrificio e amore: tre parole che non si riferiscono a bandiere consunte del passato ma a valori e virtù che rappresentano, oggi più di ieri, il cuore pulsante del nostro stare insieme, della nostra comunità”. “Emanuele Crestini – ha proseguito Bassetti – ha saputo incarnare il volto ‘nobile’ dell’Italia, il volto dell’altruismo e del dovere. Un dovere e un altruismo che rappresentano oggi una grandissima testimonianza per il nostro Paese”. “Perché per i cristiani – ha concluso Bassetti – l’eroe non è colui che conquista o detiene il potere, non è colui che uccide il nemico in battaglia e che viene glorificato per questo atto di potenza. Per i cristiani la più importante testimonianza è un atto di amore che porta al martirio. Senza incedere in una retorica vuota, noi possiamo ben dire che l’ultimo gesto di vita terrena di Emanuele Crestini è stato indubbiamente un atto di amore”.