Otto obiettivi prioritari e urgenti per il “Piano Marshall” finalizzato al rilancio del Sistema sanitario nazionale, presentato da Filippo Anelli, presidente Fnomceo (Federazione ordini medici chirurghi e odontoiatri) al premier Giuseppe Conte nell’ultima giornata degli Stati generali a Villa Pamphilj, a Roma. Tra questi obiettivi, lo sblocco del turnover, il ricambio generazionale, l’azzeramento dell’imbuto formativo, l’edilizia sanitaria, il sostegno ai liberi professionisti. E, per il territorio, “entrare nell’era del post-distretto”, con i team professionali multidisciplinari. Per Anelli, occorre anzitutto potenziare l’assistenza territoriale “al fine di rafforzare le cure primarie privilegiando gli interventi di prevenzione, gestione delle fragilità e cronicità, e l’investimento sulle professioni sanitarie e in particolare su quella medica che, in questa fase emergenziale pandemica” ha dato “una risposta di unitarietà e di disponibilità ai cittadini-pazienti fino al limite delle umane possibilità che non potrà certamente essere dimenticata”.
Servono inoltre investimenti “per l’aumento delle dotazioni organiche del personale medico ospedaliero e del personale convenzionato sul territorio”. Secondo alcune stime, la carenza di medici potrebbe essere di circa 50mila unità tra medici di medicina generale e ospedalieri nei prossimi 5 anni”. Di qui la necessità di un ricambio generazionale con “interventi atti a eliminare l’imbuto formativo” che “ha lasciato circa 20mila laureati in medicina senza la possibilità di terminare il percorso formativo post-laurea”. Indispensabili il “rafforzamento di tutti i servizi territoriali ivi compresi servizi di prevenzione, vaccinali, della sicurezza nei luoghi di lavoro”; investimenti in formazione e aggiornamento professionale dei medici; incremento delle risorse per la ricerca scientifica. Occorre inoltre attivare un piano di edilizia sanitaria per dotare il Paese di ospedali di nuova concezione con misure organizzative e logistiche atte ad affrontare in sicurezza anche situazioni emergenziali quali quelle vissute recentemente a causa del Covid-19. Necessario, infine, sostenere la libera professione, particolarmente provata dalla situazione derivata dall’emergenza attraverso misure specifiche di sostegno al reddito.