“Sicuramente la vittoria netta alle politiche è un trionfo per Alexander Vucic. Praticamente sarà un parlamento senza opposizione”: lo dichiara al Sir l’analista politico dei Balcani Nikolay Krastev, all’indomani del voto in Serbia che ha visto il Partito progressista, politicamente conservatore, del presidente serbo Alexander Vucic di nuovo al primo posto con il 62,7% dei voti.
Secondo Krastev, le altre due forze politiche che hanno superato lo sbarramento del 3%, saranno alleate di Vucic: “Si tratta del Partito socialista di Ivica Dacic, attuale ministro degli Esteri nel governo uscente, e un nuovo attore sulla scena politica, il movimento ‘Vittoria per la Serbia’, guidato dall’ex pallanuotista Alexandar Sapic”. L’analista rileva che “tutte le altre 18 formazioni politiche non raggiungono lo sbarramento del 3% e l’opposizione storica invece, quella che aveva cacciato Slobodan Milosevic nel 2001, all’inizio voleva fare fronte unito contro il partito di Vucic ma poi ha deciso di boicottare il voto, cosa che però non ha avuto effetto rilevante”. “A parte il boicottaggio – afferma Krastev -, il voto si è svolto durante le misure anti Covid-19; ma il fattore principale della vittoria netta è che ci sono sempre più persone che non sopportano i politici e ritengono la situazione senza speranza”. “La maggioranza schiacciante – secondo l’analista – costituisce una responsabilità molto forte per Vucic, il quale non avrà più scuse per scaricare colpe perché le cose in Serbia non vanno bene. Nella sua agenda ci sono i negoziati per il futuro del Kosovo; un altro nodo cruciale è costituito dalle riforme necessarie per ammodernare la Serbia, condizione indispensabile per l’entrata nell’Ue”.