“La paura è uno dei nemici più brutti della nostra vita cristiana”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha parlato della persecuzione dei cristiani, “una realtà dolorosa”, ma che “attesta la fedeltà dei testimoni”. “Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi in tutto il mondo!”, ha esclamato Francesco: “Soffrono per il Vangelo con amore, sono i martiri dei
nostri giorni. E possiamo dire con sicurezza che sono più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani”. L’unica paura che il discepolo deve avere, ha spiegato il Papa, “è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia con Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato. Pur attraversando queste e altre insidie, la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce”. “Edulcorare il Vangelo, la persecuzione e la sensazione che Dio ci ha lasciato soli”, ha commentato Francesco, “sono come le tre tentazioni: alle volte si sente questa aridità spirituale; non ne dobbiamo avere paura. Il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza, è il coraggio della testimonianza, della testimonianza di fede: riconoscere Gesù davanti agli uomini e andare avanti facendo del bene”.