Ordinariato militare: mons. Marcianò a nuovi sacerdoti, “non abbiate paura di annunciare e di dare la vita, non abbiate paura di quanto valete”

“Non abbiate paura di annunciare, non abbiate paura di dare la vita, non abbiate paura di quanto valete”: sono i tre doni, “tria munera”, del sacerdozio che mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, ha ricordato ieri durante l’ordinazione sacerdotale di Marco Falcone e Cosmo Binetti, svoltasi a Roma, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, concelebranti, tra gli altri, mons. Antonio Lucibello, già Nunzio in Turchia e mons. Daniele Libanori, vescovo ausiliare di Roma. L’ordinario militare ha esortato i due preti novelli ad annunciare, anche nel “silenzio assordante” di questo tempo di Covid-19, perché “abbiamo sentito con forza quanto sia necessaria la verità, non solo per un’equilibrata e corretta informazione ma anche per l’interpretazione della storia, nei suoi risvolti più drammatici e bui”. “Il servizio alla Parola porta luce nelle tenebre dell’ignoranza e dell’errore, della disperazione e delle solitudini, restituisce verità, giustizia e carità alle parole umane, troppo spesso usate come strumenti di calunnia, inganno, vendetta”. “Non abbiate paura di dare la vita – ha aggiunto mons. Marcianò –, donare se stessi è il punto più alto della maturità umana e il senso stesso di ogni esistenza e vocazione. Lo abbiamo imparato anche in questo tempo di pandemia: dal sacrificio del personale medico e sanitario, dal commovente e silenzioso esempio di dedizione e abnegazione dei nostri cari militari, dai tanti sacerdoti totalmente offerti nel ministero. Il pastore guida il gregge così. La capacità di guidare, l’autorevolezza di chi regge, non sta tanto nell’inventare progetti di originale efficacia pastorale quanto nel camminare nei sentieri del suo popolo. E i cappellani militari, lo sappiamo bene, hanno il privilegio di stare su questi sentieri, di essere sempre là dove i militari vivono e operano”. Infine, “non abbiate paura di quanto valete. Quanto valga una vita umana, ogni singola vita umana questa pandemia ce lo ha ricordato con drammaticità. Lo abbiamo sentito nel pianto dei tanti malati e dei tanti morti in solitudine, come pure nella gioia di ritrovare l’amore familiare, fraterno, solidale. Il valore della persona umana è incalcolabile e sta nella sua trascendenza”. “Non pensate di dover fare grandi cose, a non diventare, come direbbe Papa Francesco, funzionari del sacro o attivisti burocrati ma – è stata l’esortazione dell’arcivescovo militare – a lasciatevi tenere nelle mani di Dio e diventare voi stessi mani ‘eucaristiche’ che permettono a Dio di raggiungere ogni creatura con la sua Grazia. È grazie a Lui che la Grazia della vita nuova viene data a tutti ed è in Lui che voi ne diventate mediatori, diventando un “altro Cristo”. Non abbiate paura di riconoscerlo sempre, non lo lasciate mai solo! Lui vi ha scelti, vi conosce e vi riconoscerà davanti al Padre”.

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