“Fare l’amministratore pubblico è rischioso e dai dati del rapporto si vede chiaramente la presenza ingombrante dell’anti Stato rappresentato dalla criminalità organizzata ma anche da forze sociali che alimentano sentimenti eversivi nei confronti dei valori democratici. Sui sindaci gravano responsabilità anche eccessive, come abbiamo visto nel corso dell’emergenza Covid”. Lo ha denunciato oggi Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, nel corso della presentazione del rapporto “Amministratori sotto tiro” di Avviso Pubblico avvenuta in diretta Facebook alla presenza del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Secondo i dati contenuti nel rapporto, nel 2019 sono stati 559 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali: uno ogni 15 ore. Gli atti intimidatori si sono registrati in 83 Province (oltre il 75% del territorio nazionale), in particolare in 336 Comuni, dato più alto mai registrato. Per la seconda volta nella storia di questo Rapporto sono stati censiti atti intimidatori in tutte le Regioni d’Italia.
Decaro ha parlato della sua vita sotto scorta, senza dimenticare “quante volte succede a sindaci di piccoli Comuni di essere minacciati. Sindaci che magari non denunciano, si dimettono adducendo ragioni personali o rinunciano proprio a candidarsi. Facile sentirsi soli”. Il presidente dell’Anci ha chiesto allo Stato “risposte perché non sia la criminalità organizzata a sostituirsi allo Stato”. E ha poi concluso ricordando sindaci assassinati per difendere la legalità, Angelo Vassallo e Gianni Carnicella: “Sindaci umili, non eroi, ma straordinari servitori del Paese”.