Nonostante il Brasile continui a subire in modo molto forte la pandemia del Covid-19 (nel fine settimana sono stati abbondantemente superati il milione di contagi e la cifra di 50mila morti), la diversità con la quale il contagio colpisce diverse zone dell’immenso Paese fa sì che in alcune diocesi si stia programmando la riapertura delle chiese e la celebrazione dell’Eucaristia alla presenza di fedeli, pur con molte cautele.
Nell’arcidiocesi di Manaus (Amazonas) l’arcivescovo, dom Leonardo Steiner, ha stabilito questo calendario: riapertura delle chiese per la preghiera personale da mercoledì 24 giugno: domenica 28 celebrazione della messa con un numero limitato di operatori pastorali; dal 4 e 5 luglio celebrazione della messa con il popolo di Dio, pur con il distanziamento dei fedeli e una serie di precauzioni e restrizioni. Nella diocesi di Santarém le celebrazioni saranno aperte ai fedeli dal 1° luglio. A Belo Horizonte (Minas Gerais) è stato diffuso un ampio documento nel quale su subordina la riapertura delle chiese a un’adeguata preparazione e formazione nelle singole parrocchie. A Juiz de Fora (Minas Gerais), le messe saranno possibili con la presenza massima di 30 fedeli. Nel nordest, le messe sono già celebrate alla presenza di 50 persone al massimo nell’arcidiocesi di Salvador de Bahia e nel fine settimana è stata annunciata la riapertura delle chiese nelle arcidiocesi di Paraíba e Olinda-Recife (Pernambuco). Gli edifici di culto restano chiusi a Natal (Rio Grande do Norte), Porto Velho (Rondonia), nelle zone metropolitane di Rio de Janeiro e San Paolo. E c’è anche un caso in cui si tornano a chiudere le chiese che erano state in precedenza riaperte: è successo nell’arcidiocesi di Porto Alegre (Rio Grande do Sul), dove i contagi sono tornati a salire.