Un messaggio ecumenico di pace in occasione del 70° anniversario dell’inizio della guerra di Corea è stato letto oggi in maniera solenne dai rappresentanti delle Chiese cristiane nel corso di una diretta web trasmessa dalla sede del Consiglio mondiale delle Chiese di Ginevra. L’evento è stato promosso dalle Chiese e dai Consigli nazionali delle Chiese di tutto il mondo, in particolare da quelle dei paesi che parteciparono alla guerra di Corea. Il conflitto fu combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953. Determinò una delle fasi più acute della Guerra fredda, con il rischio di un conflitto globale e il possibile utilizzo di bombe nucleari. La guerra terminò con l’armistizio di Panmunjeom che pur non giungendo mai ad un reale accordo di pace, stabilizzò la situazione e confermò la divisione della penisola. Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in circa 3 milioni tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili. Nel messaggio le Chiese parlano di un “conflitto spaventosamente distruttivo” dopo il quale nessun trattato di pace è mai stato concluso.
In occasione del 70° anniversario, le Chiese si uniscono per chiedere “una immediata dichiarazione formale sulla fine della guerra di Corea” e che si compiano “rapidi passi verso l’adozione di un trattato di pace per sostituire l’accordo di armistizio del 1953, come punto di partenza per ulteriori progressi verso la realizzazione di un regime di pace permanente nella penisola coreana”. “Sette decenni dopo l’inizio di questa guerra, è tempo di riconoscere che è finita molto tempo fa”, scrivono le Chiese. Purtroppo, è sempre alta la tensione nella penisola coreana. È solo di pochi giorni fa la notizia che la Corea del Nord ha fatto saltare con un’esplosione l’ufficio di collegamento con la Corea del Sud a Kaesong. In questi anni – si legge quindi nel messaggio – “sono sorte nuove sfide alla pace e alla stabilità nella regione, ma non crediamo che la risoluzione di tali sfide sarà facilitata mantenendo aperto un conflitto di 70 anni. Al contrario, crediamo che le condizioni per un dialogo e un negoziato sulle realtà attuali nella Penisola potrebbero essere notevolmente migliorate riconoscendo la fine della guerra”. “Questo riconoscimento da tempo atteso e un trattato di pace per documentarla, sarebbe un contributo fondamentale alla riduzione delle tensioni e dell’ostilità nella regione e al ripristino di un clima favorevole per la ripresa del processo purtroppo in stallo avviato dai vertici di Panmunjom e Singapore. Per favorire quindi la pace e la riconciliazione della penisola, le Chiese, nel messaggio, chiedono “la sospensione e la cancellazione di ulteriori esercitazioni militari nella regione; la ripresa del dialogo tra la Repubblica di Corea e la Repubblica democratica popolare di Corea e tra gli Stati Uniti e la Repubblica democratica popolare di Corea, con l’incoraggiamento e il sostegno di altri Stati coinvolti nella guerra di Corea; e la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica popolare democratica di Corea e gli Stati Uniti”. A firmare l’appello di pace ci sono i Consigli nazionali delle Chiese di Corea, Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna, Irlanda nonché la Chiesa ortodossa russa (Patriarcato di Mosca).
Ogni anno, giugno è per la Chiesa cattolica di Corea il mese di preghiera per la riconciliazione e l’unità della nazione. In occasione del 70° anniversario della guerra di Corea, la Chiesa cattolica propone alle parrocchie una settimana di preghiera in cui ogni giorno per una intenzione diversa: per i leader politici in Corea del Nord, Stati Uniti e Corea del Sud; per la denuclearizzazione della penisola coreana ed un mondo senza armi nucleari; per coloro che soffrono di sanzioni economiche; per l’evangelizzazione della Corea del Nord e del Sud; per il vero perdono e la riconciliazione nella penisola coreana; per gli operatori di pace.