“Affidiamo” a Maria Consolata “la nuova partenza, come si usa dire, dopo la tragica esperienza del coronavirus anche se l’epidemia non è del tutto cessata ed esige tutta quella attenzione necessaria per una vita di comunità serena e costruttiva. Questa fase ci sollecita a farci più visibili e presenti nel tessuto concreto della vita sociale con quel compito di testimonianza e di proposta dell’annuncio di Gesù Cristo, che solo può dare vigore e speranza di rendere sempre più umano, giusto e solidale, ogni ambiente di lavoro”. Lo ha detto, stamattina, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, nella messa per la festa della patrona della diocesi, nella basilica della Consolata.
A Maria il presule ha affidato “i giovani e le loro attese e speranze circa il futuro sia sul piano del lavoro che della impostazione di vita”; “il cammino pastorale della diocesi incentrato sull’impegno della comunione e dell’incontro”; i “tanti nostri fratelli e sorelle, sofferenti negli ospedali e nelle realtà di accoglienza, con particolare affetto, cura e prossimità verso gli anziani, considerandoli un dono di grazia per tutta la Chiesa e per l’intera società”; “quanti si adoperano per affrontare e risolvere i problemi sociali e ambientali che assillano la Città e il territorio”. Mons. Nosiglia ha precisato: “I cittadini cristiani, a partire dai laici, che per vocazione sono chiamati ad animare e orientare le realtà temporali con la verità di Cristo, non sono estranei o indifferenti a questo impegno, che tocca concretamente la loro testimonianza nel tessuto della storia e del mondo per aprirlo al Vangelo e alla carità”.
Infine, l’arcivescovo ha affidato a Maria “l’impegno di quanti si prodigano per salvaguardare sempre l’accoglienza e il rispetto di ogni persona, senza discriminare alcuno per ragioni di nazionalità, cultura, sesso, etnia o religione, e di quanti operano per ridare ordine e sicurezza alla nostra Città e territorio”. E ha concluso: “L’educazione alla legalità, a un corretto uso del denaro e alla prevenzione da ogni forma di dipendenza sia del gioco d’azzardo, come delle droghe anche cosiddette leggere e dell’alcol, in specie per i minori, sono condizioni essenziali e decisive per una vita sociale serena e costruttiva per tutti. La dignità di ogni persona e la salvaguardia dei valori morali e civili dei propri comportamenti rappresentano il criterio essenziale di riferimento anche di ogni norma legislativa in materia”.