Nasce il primo accordo tra agricoltori e scienziati per la una nuova genetica “green” capace di sostenere l’agricoltura nazionale, difendere il patrimonio di biodiversità agraria presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista. L’intesa è stata firmata a Palazzo Rospigliosi, a Roma, dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e dal presidente della Società italiana di Genetica araria, Mario Enrico Pè. Un accordo che punta a tutelare la biodiversità dell’agricoltura italiana e, al contempo, migliorare l’efficienza del modello produttivo italiano attraverso, ad esempio, varietà più resistenti, con meno bisogno di agrofarmaci e risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per coniugare le caratteristiche di produttività, di resistenza a patogeni e parassiti, di efficiente impiego delle risorse, con quelle di elevata qualità per il consumo e per la trasformazione, la ricerca agraria ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di evoluzione assistita). Tecniche che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta. “Una grande sfida per far tornare gli agricoltori protagonisti della ricerca senza che i risultati finiscano nelle mani di poche multinazionali proprietarie dei brevetti”, spiega il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.