“Mentre crescono discorsi identitari e xenofobi, lo stato di emergenza e le attuali incertezze non possono in alcun modo giustificare una tacita approvazione di massicce violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Gli Stati dei Balcani, ancora segnati dai recenti conflitti, e ai quali spesso l’aiuto umanitario arriva solo a fatica, non hanno la capacità di accogliere il flusso degli esuli, già provati da situazioni inaccettabili. Confinati in campi miserabili e insalubri, queste persone sono particolarmente esposte alla minaccia del coronavirus. I migranti sono anche costretti a fuggire nei boschi e nelle montagne, attraverso i sentieri minati dei Balcani, inseguiti da droni e pattuglie di frontiera”. Lo scrive l’Acat (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) in una lettera a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. “Il rifiuto di alcuni Paesi dell’Unione di assumersi le proprie responsabilità in materia di asilo – si legge nella missiva – ha portato inevitabilmente all’esternalizzazione delle politiche migratorie dell’Unione Europea. Ha avuto come risultato l’aumento del numero di migranti ‘alle porte dell’Europa’ e ha esonerato alcuni paesi dalle responsabilità che incombono ad ogni Stato membro. In questo periodo di pandemia, tutti gli Stati dell’Unione Europea sono sollecitati ad attuare soluzioni concrete per proteggere i richiedenti asilo in Europa e i migranti nei Balcani senza discriminazioni”. “Solo ponendo fine all’errare dei migranti e alleviandone le sofferenze alle nostre frontiere – conclude l’Acat – rimetteremo la dignità umana al centro della politica europea”.