La crisi pandemica che pure sta colpendo duramente la popolazione egiziana non ferma le iniziative poste in atto da autorità politiche locali e nazionali per favorire l’intensificarsi dei pellegrinaggi lungo il cosiddetto “Cammino della Sacra Famiglia”, l’itinerario che unisce luoghi attraversati secondo tradizioni millenarie da Maria, Giuseppe e Gesù Bambino quando trovarono rifugio in Egitto per fuggire dalla violenza di Erode. Nei giorni scorsi, secondo quanto riferito dall’agenzia Fides, il generale Osama al Qadi, governatore della Provincia di Minya, ha annunciato l’avvio dei lavori per migliorare le vie d’accesso alle aree storiche toccate dall’itinerario che si trovano nei territori da lui amministrati. A partire dalla zona in cui si trova la chiesa della Santa Vergine a Jabal al-Tayr, considerata una delle più belle dell’Egitto. Le autorità egiziane puntano a valorizzare come meta di pellegrinaggi internazionali quel luogo, legato secondo tradizione alla permanenza della Sacra Famiglia in Egitto. Da tempo le autorità egiziane sono impegnate a promuovere anche in chiave turistica il “Cammino della Sacra Famiglia”, che nella sua versione più estesa tocca 25 luoghi, sparsi in ben 8 governatorati. Il 4 ottobre 2017 Papa Francesco, nel contesto dell’Udienza generale del mercoledì, aveva salutato una folta delegazione egiziana giunta a Roma per promuovere i pellegrinaggi lungo il “Cammino della Sacra Famiglia” in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, istituzione del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede.