“Promuovere il lavoro dignitoso e rispettare i lavoratori, rigettando ogni discriminazione, riconoscendo a tutti gli effetti la pari dignità delle donne, come pure il valore di ogni tipo di lavoro, purché degno della persona”. È la prima raccomandazione in materia di lavoro, contenuta nel documento interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale, presentato oggi. “Garantire un giusto salario, adeguato alle necessità integrali delle famiglie, contrastando il lavoro minorile”, prosegue l’elenco vaticano: “garantire orari flessibili e compatibili con la vita di famiglia e i tempi di riposo e di ricreazione spirituale e culturale; favorire l’emersione di lavoro sommerso e dell’economia informale, spesso a rischio di sfruttamento, precarietà e danni per la salute, verso il settore formale; creare post di lavoro nei Paesi più arretrati la cui popolazione tende a emigrare e garantire le condizioni affinché queste persone possano vivere dignitosamente lavorando; promuovere la creazione di opportunità di lavoro stabile; promuovere un’economia inclusiva nei confronti di poveri, disoccupati di lunga durata, lavoratori con bassa qualificazione, migranti, emarginati, detenuti ed ex detenuti, persone con disabilità; promuovere il valore sociale ed economico della maternità, affinché sia meglio tutelata, mettendo al centro del sistema economico l’importanza delle relazioni familiari, piuttosto che solo i singoli individui”. No, inoltre, a disoccupazione, “sfruttamento disumano” e “nuove forme di schiavitù”, come la tratta, sì invece al “primato della persona umana sulle macchine e sulle nuove tecnologie”. “Chiudere i paradisi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro”, alcune indicazioni in ambito finanziario, insieme a quella di “una gestione dei beni della Chiesa ispirata alla trasparenza, alla coerenza e al coraggio nell’assunzione della prospettiva della sostenibilità in senso integrale proposta dalla Laudato si’”.