“Aiutare le famiglie ad essere il luogo educativo privilegiato nel quale si impara il rispetto degli esseri umani e del creato, la solidarietà, la cortesia, il perdono, l’accoglienza della vita, la responsabilità”. E’ una delle raccomandazioni contenute nel documento interdicasteriale della Santa Sede sull’ecologia integrale – presentato oggi – in cui si chiede agli Stati di “promuovere politiche intelligenti per lo sviluppo familiare, in modo da contrastare il cosiddetto inverno demografico, specialmente in Occidente”. Tra le misure più urgenti da adottare, per i firmatari del documento c’è quella di “sostenere i genitori soli nell’educazione dei bambini, le madri in difficoltà tentate di ricorrere all’aborto, le famiglie che accompagnano un parente anziano o con disabilità”. “Promuovere spazi di protagonismo per i giovani, accompagnando le iniziative con adeguati riferimenti etici, che consentano loro di collaborare al di là delle diverse appartenenze religiose, ideologiche o politiche per costruire un futuro più sostenibile, inclusivo e rispettoso dei doni del creato”, l’altra indicazione del testo, in cui si forniscono suggerimenti dettagliati per la scuola primaria e secondaria e per il mondo dell’università. “La scuola, che ha perso il primato di trasmissione della conoscenza, dovrebbe acquisire una nuova centralità”, si legge ad esempio nel documento: “Quella di essere il luogo che aiuta a selezionare, discernere, pensare criticamente”, consentendo agli studenti “non soltanto di crescere nella coscienza etica e nella responsabilità sociale, ma di diventare ancora più competenti grazie all’esperienza realizzata”. Un approccio pedagogico molto efficace per la formazione all’esercizio consapevole del pensiero critico e della cittadinanza attiva è il Service-Learning (Apprendimento-Servizio), che può interessare ogni ordine e grado scolastico. Tra le altre proposte, quella di “istruire e responsabilizzare i giovani a diventare leader della dignità umana, della misericordia, della riconciliazione, della non-violenza, della pace, dello sviluppo sostenibile”. Una sfida cruciale, infine, è quella che riguarda le istituzioni universitarie, in particolare quelle cattoliche, chiamate ad “individuare limiti e iniquità nell’amministrare le risorse naturali, e ad identificare e proporre nuovi modelli di sviluppo”.