In piena emergenza Covid-19 in tutto il continente africano, le ong Lvia, Cisv e Cospe danno il via a “Migra – Migrazioni, Impiego, Giovani, Resilienza, Auto-impresa”, un progetto finanziato da Aics (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo) nelle regioni di confine tra Guinea Bissau, Senegal e Guinea Conakry per creare, insieme alle organizzazioni locali della società civile, opportunità di lavoro e di vita dedicate a giovani, donne e migranti di ritorno.
“Il progetto Migra interviene in tre aree a forte vocazione migratoria in Senegal, Guinea Bissau e Guinea Conakry – spiega Teodoro Aniceto, coordinatore Settore Emergenza per Aics Dakar -. L’approccio, volto a offrire opportunità di lavoro, formazione, avvio e rafforzamento di microimprese, è una risorsa importante soprattutto per i giovani di queste aree, che potranno costruire un solido progetto di vita nelle proprie aree di residenza, includendo anche i tanti migranti di ritorno che hanno vissuto esperienze drammatiche nel loro tentativo di trovare una risposta ai loro bisogni nella migrazione irregolare”.
Oggi, il contesto socio-economico in cui è stato pensato il progetto è diventato più complesso. Nelle tre regioni, come in tutto il continente africano, la pandemia sta infatti inasprendo le disuguaglianze già esistenti e aumentando la vulnerabilità delle fasce della popolazione più fragili.
Si parte, quindi, da quei sarti e stilisti che hanno riconvertito la propria produzione nella creazione di mascherine lavabili a partire da tessuti reperibili in loco. La sartoria è un settore che, proprio a causa delle misure del lockdown, sta fortemente risentendo della crisi (pensiamo ad esempio all’impossibilità di organizzare i matrimoni, eventi di punta della filiera). Grazie al progetto Migra saranno 4 i laboratori sartoriali che riceveranno, per primi, un sostegno economico nell’acquisto di materiali; gli stessi sarti saranno in seguito inseriti in un programma di rafforzamento imprenditoriale per migliorare la gestione e lo sviluppo della propria attività commerciale. Le mascherine saranno vendute a un prezzo equo, per i clienti e per i produttori, e accompagnate da materiale informativo su come utilizzarle nella maniera più efficace.
“La pandemia non ha fermato la cooperazione – dichiara da Thiès Silvia Lami, rappresentante in Senegal di Lvia, l’ente capofila del progetto -. I nostri uffici non hanno mai chiuso e grazie all’impegno del nostro staff italiano e locale siamo stati in grado di ripensare velocemente il progetto Migra, immaginando azioni capaci di dare un contributo immediato sia sociale che economico. Scommettiamo sul lavoro creato dai giovani e dalle donne e vogliamo aiutarli, oggi più che mai, a fare la differenza nelle loro comunità affinché, una volta finita l’emergenza, l’economia riparta da loro”.